Un nuovo salasso si abbate sulle cooperative sociali

30 ottobre 2012 | 13:37
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Un nuovo salasso si abbate sulle cooperative sociali

Un nuovo salasso si abbatte sulla cooperazione sociale, un salasso da oltre mezzo miliardo di euro per Pubblica Amministrazione e famiglie. Questo il conto, che pagherà la cooperazione sociale se verrà approvato il Disegno di Legge di Stabilità 2013 proposto dal Governo Monti che prevede dal 1° gennaio 2013 l’innalzamento dal 4% al 10% dell’Iva sui servizi socio-sanitari svolti dalle cooperative sociali. Un aumento che mina al cuore l’assistenza agli anziani, ai portatori di handicap, ai tossicodipendenti, ai minori che vivono in condizioni di disagio, ai disabili. Un colpo durissimo che pagheranno le famiglie più fragili ed in parte gli enti locali, sui quali si scarica l’aumento dell’IVA ma che pagheranno le stesse cooperative sociali in termini di riduzione delle risorse e contrazione della domanda.

Paradossale azione del Governo che da un lato incentiva l’occupazione giovanile e femminile e dall’altro la taglia. Infatti l’occupazione cooperativa è giovanile al 60% e femminile oltre il 70%. E’ come dire la mano destra non sa quello che fa la sinistra?

I Comuni già oggi si trovano in enormi ristrettezze: con i tagli imposti a livello nazionale da tempo hanno difficoltà a garantire l’erogazione di servizi e si trovano a pagare le cooperative con mesi di ritardo rispetto agli accordi contrattuali.

La riduzione dei servizi da loro offerti avrebbero conseguenze gravissime anche in campo occupazionale: ad oggi sono oltre 2500 le persone impiegate. Finora le nostre cooperative hanno infatti sempre scelto di non ricorrere a un taglio dei posti di lavoro o dei servizi, ma piuttosto hanno deciso di intaccare i beni a riserva o di ridurre i compensi dei soci pur di mantenere il livello occupazionale.

La causa del disagio rispetto ai pagamenti risiede nel mancato trasferimento delle risorse regionali ai comuni e contestualmente nelle difficoltà economiche in cui versano molte amministrazioni locali. Va evidenziato, che il ritardo dei pagamenti (la Basilicata ha incrementato il ritardo dei giorni di pagamento in Italia passando al secondo posto fra quelle che hanno registrato il maggior aumento di giorni, sono infatti passati da 117 giorni al 2010 a 140 giorni al 2011 dalla scadenza contrattuale) oltre a creare la contrazione dei servizi nei territori, dove i Comuni li riducono per mancanza di liquidità a danno di anziani, disabili e minori, si riversano in buona parte sul lavoro dipendente, mortificando persone e le cooperative sociali. Inoltre va sottolineato che in molti casi vi è già il ritardo dei pagamenti per lentezze burocratiche, a questo si aggiunge il patto di stabilità che complica ulteriormente la situazione. Ad oggi la cooperazione sociale di Basilicata vanta un credito che supera i 6.500.000,00 euro. Cifre astronomiche a cui si aggiunge il fatto che le cooperative sociali, a differenza degli altri settori, non possono fermare la fornitura, pena la denuncia per interruzione di pubblico servizio. La cooperazione sociale, produce, genera  occupazione, genera economia reale.

Occorrono immediate misure che producano effetti reali nell’immediato. La Regione Basilicata, deve assumere la responsabilità del dover garantire l’esclusione del pagamento dei servizi sociali dal Patto di Stabilità. Riteniamo inoltre, che il vincolo di spesa delle risorse destinate ai servizi Sociali attraverso i Comuni che li attuano e la regolarità dei pagamenti siano determinanti affinché l’infrastrutturazione dei servizi creata negli anni 1999/2000 continui a contribuire ad una coesione sociale tanto ricercata. Agci sociale, Federsolidarieta’/Confcooperative e Legacoopsociali, chiedono con forza ai Parlamentari Lucani, tutti, la difesa del prezioso lavoro svolto con le persone e le famiglie e che sappiano trovare un’intesa per modificare il decreto Monti, salvaguardando i cittadini e gli enti locali da un altro assurdo ed evitabile balzello. Chiedono inoltre cha la REGIONE Basilicata agisca misure urgenti per garantire l’esclusione del  pagamento dei servizi sociali dal Patto di Stabilità e corrispondere ai Comuni le risorse economiche stanziate. “Le cooperative sociali e i loro soci continuano a portare avanti la loro attività con grande senso di responsabilità e dignità, nonostante i ritardi stiano determinando una lenta agonia del settore dei servizi sociali”.  Il 23 ottobre le centrali cooperative hanno scritto ai Prefetti, alle Organizzazioni sindacali, Alla Regione Basilicata per denunciare  lo stato di profondo disagio in cui versano le cooperative sociali per la crisi di liquidità dovuta al mancato trasferimento delle risorse regionali ai Comuni.