Tempa Rossa, si complica il progetto Total-Eni

10 ottobre 2012 | 11:27
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Tempa Rossa, si complica il progetto Total-Eni

(di Nino Sangerardi)

“Revocare il parere favorevole rilasciato nel 2011”. E’ quanto afferma in un documento il gruppo politico Pd  presente nel Consiglio comunale di Taranto. Il progetto da ridiscutere è quello ideato dalla multinazionale Total. Ecco: trasporto via oleodotto e stoccaggio del greggio estratto dal giacimento Tempa Rossa (Corleto Perticara, provincia di Potenza) nella raffineria Eni di Taranto. La scelta politica del Pd tarantino è appoggiata dall’assessore regionale al Bilancio Michele Pelillo (Pd), il quale  chiede “…che venga riaperta la procedura AIA, autorizzazione integrata ambientale,come avvenne per l’Ilva. Ero e sono contrario al progetto Tempa Rossa perchè contiene un sovraccarico di emissioni e di rischi in un’area che certamente non ne ha bisogno”.

Quanto zolfo nel petrolio. L’oro nero grezzo della Valle del Sauro lucana verrà depositato in serbatoi di 180 mila metri cubi per poi essere trasferito nelle stive delle petroliere. Secondo alcuni esperti il greggio di Tempa Rossa non può essere lavorato negli impianti di Taranto a causa di un elemento contenuto: il  solfuro di molibdeno. Sostanza lubrificante usata per rimuovere lo zolfo dal petrolio e suoi derivati. Il petrolio lucano sarebbe caratterizzato da una forte carica potenzialmente inquinante per l’alta presenza di zolfo. A giudizio delle associazioni ambientaliste, in primis “Legamjonici”, il programma Tempa Rossa-Taranto violerebbe la “Direttiva Seveso”. Vale a dire, ci sarebbe l’incremento di emissioni diffuse e fuggitive e conseguente impatto ambientale. A tal proposito l’Eni a fine anno 2011 ha avanzato agli enti locali tarantini una proposta di compensazione. La costruzione di 25 impianti fotovoltaici sugli edifici scolastici.
La raffineria tarantina dell’Eni fabbrica prodotti per autotrazione e riscaldamento destinati al mercato del Sud Italia. Le nuove opere progettate dai tecnici dell’Eni sono l’impianto di pre raffreddamento del greggio e due strutture di recupero vapori; il prolungamento del pontile con tre piattaforme che determinerà l’ampliamento notevole del terminale petrolifero che può ospitare fino a 140 bastimenti petroliferi.

Emissioni e super navi. La seconda settimana di agosto 2011 il Comune e la Provincia di Taranto hanno approvato il progetto Tempa Rossa. Così pure la Regione Puglia, la cui valutazione è obbligatoria ma non vincolante. Perchè il Pd jonico, e si vocifera d’accordo anche il sindaco di Taranto Ippazio Stefano, cambia dopo circa un anno atteggiamento? “Di Tempa Rossa-sostiene  Gianni Azzaro capogruppo Pd al Comune–abbiamo studiato gli atti e riteniamo inaccettabile l’aumento delle emissioni e l’incremento del traffico di super petroliere dal 43 al 130%. Perciò chiediamo che venga modificato il parere rilasciato a agosto dell’anno scorso”. L’iniziativa Tempa Rossa prospetta l’adeguamento della raffineria di Taranto e s’inserisce nei più ampi progetti petroliferi con la centro anche la Val d’Agri. Interventi che non sono finalizzati ad incrementare la capacità di lavorazione dell’impianto tarantino ma solo al riassetto della movimentazione del greggio. Oggi l’oleodotto,da Viggiano a Taranto, percorre 149 chilometri. Utilizzato per il trasporto del petrolio emunto dal Centro oli di proprietà del Gruppo Eni sito nella Val d’Agri: in parte è raffinato e in parte destinato all’esportazione via mare. Obiettivo del progetto Total-Eni è aumentare la capacità di veicolazione  delle condutture,integrando la movimentazione degli idrocarburi della Val d’Agri con quelli di Tempa Rossa. La portata è di 2.700.000 tonnellate all’anno.

Lavori a Corleto Perticara. Il 3 agosto 2012 Total Italia spa firma un dispaccio. Poche righe per comunicare l’esito della gara di appalto per i lavori di “ preparazione del sito Tempa Rossa”. Al primo posto si è classificato il raggruppamento d’imprese  Aleandri spa con sede a Bari e Impresa Bacchi srl di Milano. Pertanto è meritevole di aggiudicazione, dopo la verifica della documentazione presentata nonché dei requisiti prescritti. In data 7 settembre scorso i dirigenti di Total hanno sottoscritto l’accordo esecutivo dei lavori con i manager di Aleandri e Impresa Bacchi. L’importo  a base d’asta si aggirerebbe intorno  70 milioni di euro. Inizio lavori previsto nel corso di ottobre prossimo, la fine a metà 2014. Il Centro Olio oggetto delle opere edilizie appaltate si trova nei pressi del pozzo Gorgoglione 2 e di un impianto eolico realizzato dalla Società Energia Sud. L’assegnazione definitiva della gara a Aleandri e Impresa Bacchi è novità  giurisdizionale. Il primo caso di applicazione delle Leggi enorme dettate dalla Commissione Europea per l’attività estrattiva su suolo italiano. In sintesi: si consente alle compagnie petrolifere di utilizzare procedure privatistiche nell’ambito degli appalti. Insomma, liberalizzazione. Siglata, il 24 giugno 2012, dal Commissario europeo responsabile per il mercato interno dei servizi: il francese Michel Barnier, ex ministro degli Esteri nel governo presieduto da Nicolas Sarkozy. Quindi libertà d’azione nella disciplina che regola i rapporti tra titolari di concessioni pubbliche, come appunto quelle per la ricerca e estrazioni di idrocarburi su territorio d’Italia, e i loro fornitori. Prima invece il concessionario, in questo caso le compagnie petrolifere, era assimilato a un ente pubblico, con i relativi obblighi di legge inerenti gli appalti. Ci si chiede: quali criteri Total ha usato nella gara di cui abbiamo parlato? La migliore offerta o il notevole ribasso? Sapere non è dato.

500 milioni di euro. L’11 aprile 2012 la società Total Esplorazioni & Produzioni Italia ha reso noto di aver firmato, il 5 aprile, una lettera di intenti. Per fare che? Svolgere attività di “engineering, procurement, supply, construction and commissioning Oil & Gas Tempa Rossa”. E con quale entità aziendale e ingegneristica? L’associazione temporanea di imprese Tecnimont spa e Tecnimont KT spa. Entrambe controllate dalla Marie Tecnimont spa società di impiantistica e ingegneria industriale, il cui presidente e amministratore delegato e maggior azionista è Fabrizio Di Amato. Quotata in Borsa a Milano nel 2007 e grazie al collocamento pubblico delle azioni Di Amato incassa 179 milioni di euro. A metà 2011 Marie Tecnimont a Piazza Affari scivola nella misura dell’8%, in seguito del 14%. A maggio dello stesso anno si registra il crollo del 51%. Tonfo borsistico che produce il fuggi fuggi degli investitori. Gli specialisti spiegano la caduta rovinosa con i numeri del Brasile: qui Tecnimont presenta ritardi nella costruzione di due centrali e ciò provocherebbe la discesa dei ricavi. Eccellenti le frequentazioni di Fabrizio Di Amato. In primis Roberto Poli, padre della sua compagna, dal 2002 al 2011 presidente dell’Eni designato dal premier  Silvio Berlusconi. Nel 2003 Di Amato investe denaro in Charme, fondo lussemburghese di Luca Cordero di Montezemolo. Amico di Giovanni Malagò, il quale è socio di minoranza in Marie Tecnimont tramite GL Investimenti con  lo 0,154% che a Bilancio vale 34,3 milioni di euro. La lettera di intenti con Total ha consentito a Marie Tecnimont un’impennata sul mercato dell’11%. Il valore complessivo del contratto Tempa Rossa  è di 500 milioni di euro. Comprende le unità di processo e utilities del centro petrolifero. Verranno trattati e stabilizzati 50 mila barili al giorno di petrolio greggio,la lavorazione di acqua e gas associato,il centro stoccaggio gpl,gli impianti di superficie sulle teste di pozzo,gli allacciamenti con la rete gas della Snam spa e con l’oleodotto di Viggiano collegato alla raffineria Eni di Taranto che ha una capacità produttiva giornaliera di 250 mila metri cubi di gas naturale,267 tonnellate di gpl e 60 tonnellate di zolfo. Total Group ha in essere con Marie Tecnimont altri contratti aziendali. Ad esempio,quello in località Al Jubail, regione dell’ Arabia Saudita: si sta realizzando una nuova raffineria e annessa struttura per la produzione di idrogeno.

Il Cipe ha detto sì. La deliberazione del Comitato interministeriale programmazione economica(Cipe) è approvata il 23 marzo 2012. Riguarda il programma delle “Opere per lo sviluppo del giacimento idrocarburi denominato Tempa Rossa. Progetto definitivo e modifica soggetto aggiudicatore”. In precedenza c’è stata la scissione parziale di Total Italia spa  in Total E&P Italia spa con il trasferimento a tale ultima società degli elementi patrimoniali quali le concessioni,permessi,titoli e valori mobiliari della concessione mineraria “Gorgoglione” riferita a Tempa Rossa. Il 12 agosto 2011 il Ministero dello Sviluppo economico decreta il passaggio a Total E&P della quota di concessione di cui era titolare Exxon Mobil spa. Pertanto la concessione risulta oggi affidata alla joint venture Total E&P e Shell Italia spa. Total E&P diventa così  rappresentante unico e operatore. Il costo dell’operazione Tempa Rossa,esclusi due pozzi di cui la Regione Basilicata ha chiesto lo stralcio, ammonta a 1.411,8 milioni di euro. In particolare: 1.037,8 milioni per la costruzione e oneri antimafia,20,3 milioni per la sicurezza,103 milioni per adeguamento delle prescrizioni ministeriali,250 milioni per decomissioning. Chi mette i soldi? Interamente Total E&P Italia spa “ …con i proventi derivanti dalla vendita del greggio”. Ventisei  prescrizioni ambientali e tecniche relative al Centro Olio di Tempa Rossa e quattro le raccomandazioni, fissate dal Cipe, a cui Total deve attenersi. Le verifiche sulla puntuale osservanza di prescrizione e raccomandazione devono essere svolte dalla Regione Basilicata. La vigilanza sulle opere da realizzare è affidata al Ministero delle Infrastrutture. L’atto di via libera al progetto Tempa Rossa è stato vidimato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti e dal Ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca. Provvedimento registrato alla Corte dei Conti il 21 maggio 2012.

Il no del Pd tarantino a Tempa Rossa. Nel pomeriggio del 2.10.2012 il Consiglio comunale di Taranto, a maggioranza centro sinistra, ha approvato l’ordine del giorno proposto dal Pd. E’ sancito “L’orientamento contrario alla realizzazione da parte di Eni spa del nuovo impianto di stoccaggio e movimentazione del greggio denominato Tempa Rossa…Il Consiglio comunale delibera la riapertura immediata dell’Aia, rilasciata a Eni spa, che dovrà contemplare oltre alla valutazione del danno sanitario anche quella relativa al rischio di incidente rilevante”. Un atto che complica assai il progetto lucano di Total.