Province, i consiglieri materani del Pd mettono a rischio la maggioranza

23 ottobre 2012 | 20:33
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Province, i consiglieri materani del Pd mettono a rischio la maggioranza

I consiglieri regionali del Pd, Luca Braia, Giuseppe Dalessandro, Vincenzo Santochirico e Vincenzo Viti, , eletti in provincia di Matera, non hanno partecipato ai lavori del Consiglio regionale di martedì 23 ottobre in aperta polemica sul riordino delle Province in Basilicata dopo le decisioni divergenti dei consigli comunali di Potenza e di Matera.

Sulle Province dunque la maggioranza di centrosinistra inciampa. L’ala materana non ci sta e alza la barricata contro campanili che se pur non meravigliano appaiono oltremodo anacronistici. Non sbaglia chi asserisce che in questo momento la Basilicata ha bisogno di far fronte comune. Evidentemente però questo non è accaduto. Il Pd potentino in consiglio comunale ha mostrato il peggio di sè. All’improvviso il fronte unitario del centrosinistra lucano, che evidentemente poggia le sue fondamenta sulla sabbia, si è diviso. L’unità ha ceduto il passo ad una voglia di primazia mai veramente messa da parte.

La giustificazione della loro assenza, i quattro consiglieri l’affidano ad una lettera fatta recapitare al presidente del Consiglio regionale Folino. “Nel riconoscerci nel lavoro di raccordo e di definizione del percorso individuato nelle sedi politiche e istituzionali e impegnati a difenderlo e rilanciarlo in una coraggiosa interlocuzione con il Governo nazionale, ti preghiamo di considerare la nostra assenza ai lavori dell’odierna seduta del Consiglio regionale come finalizzata ad una doverosa riflessione critica che intende non solo valorizzare il lavoro compiuto e l’impegno assolto con coraggio dal Governo regionale, dal Gruppo consiliare e dai tutti i gruppi che li hanno condivisi, ma anche sviluppare, di concerto con tutti i Parlamentari lucani e con i rappresentanti delle Amministrazioni locali, a partire dal Comune di Matera, un’azione che concorra a difendere le ragioni dell’ unità regionale nel quadro di una equilibrata distribuzione delle risorse sia politico-istituzionali, sia territoriali, sia culturali, sia funzionali. Consideriamo tutto ciò un obiettivo inderogabile e la condizione più efficace per la salvezza dell’unità e della coesione regionale”.