Pranzi e viaggi da 25mila euro Altro che antipolitica!

10 ottobre 2012 | 15:35
Share0
Pranzi e viaggi da 25mila euro Altro che antipolitica!

Se tutti mangiano nessuno si abbuffa. Deve aver pensato questo l’assessore Vincenzo Viti, finito nella “gogna mediatica” per aver speso 25 mila euro di ristoranteSoldi attinti dal rimborso di 32mila euro che spetta a ciascun consigliere secondo quanto stabilito dalla legge regionale del 1998. “Stipendio” mensile a parte. L’assessore Viti è però in buona compagnia. Dal centrodestra al centrosinistra sono tanti i protagonisti di una pagina vergognosa. E’ venuto fuori quanto spendono per i pranzi, per la benzina, per la cancelleria e per iniziative varie. A parte, è bene ricordarlo, quel che percepiscono ogni mese in cui è già compreso il rimborso chilometrico per raggiungere la Regione e la diaria per fare attività fuori dalla Basilicata e finanche fuori dall’Italia. Ma come sanno bene le mamme di famiglia i soldi non bastano mai. E loro fanno di tutto per racimolare fino all’ultimo centesimo. Sono più bravi della più brava delle casalinghe a far quadrare i conti. Si fanno rimborsare finanche le sigarette e il telegramma di condoglianze.

A fronte di un privato che è ormai affondato, loro, consiglieri regionali e assessori, si tengono a galla alla grande. C’è chi spende 25mila euro in un anno per mangiare o per viaggiare. “Spendo perchè facciamo politica sul territorio. Come me al ristorante vengono in tanti, non mangio mica da solo”, “Vado a Roma per attività politica e, a parte benzina e pedaggi autostradali, devo pur ammortizzare i costi dell’auto”. Provano a giustificarsi. Già. Eppure fatti due conti qualcosa non torna. Con 24mila euro mi sa che a Roma ci vanno in aereo. E non certo in classe economica. Peccato però che in Basilicata l’aeroporto non c’è.

Ma non solo pranzi o viaggi costano tanto. Matite, evidenziatori e penne pagati a peso d’oro. E costano anche le iniziative organizzate sul territorio. Tutto documentabile. La fattura o il timbro sulla scheda carburante li rimedi sempre. C’è la fila di “amici” pronti a farti il “favore”.

Le tabelle dei costi della casta regionale sono note ai più. Hanno fatto il giro dei quotidiani locali, oltre che della rete. E ai più hanno provocato un profondo senso di disprezzo. E non c’entra l’antipolitica. No. E’ questione di onestà. Di dignità. Chi predica bene deve razzolare bene. E non è quello che fanno i tanti piccoli Fiorito lucani. Che non hanno avuto neanche la decenza di tacere di fronte alle ruberie laziali. No. Loro sono sempre in prima linea a fare i moralizzatori quando a rubare sono gli altri. Meglio se del partito avverso. Poco importa se poi, loro, si fanno rimborsare fino all’ultimo caffè. Poco importa se poi sono sempre in prima linea nel dare sostegno e solidarietà ai lavoratori disoccupati che non riescono più a far mangiare i figli. O a fare ipocriti comunicati stampa sulla situazione di disagio che vivono i giovani lucani. Poco importa. La faccia la salvano. O così credono. “Ora c’è da prendere e prendiamo. Chissà se ci ricapita”. Le urne si sa non sono scienza esatta.

L’antipolitica c’entra come il cavolo a merenda. La questione è etica. Se la gente scrive o dice che devono andare a casa è perchè ritiene che queste persone non sono degne di rappresentare nessuno. Neanche le pecore della buonanima del loro nonno.