Petrolio, “c’è bisogno di una vera moratoria”

10 ottobre 2012 | 18:18
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Petrolio, “c’è bisogno di una vera moratoria”

È un cambiamento corposo quello che il Governo vuol dare all’assetto delle funzioni delle Regioni e degli enti locali tramite il disegno di legge costituzionale di modifica del titolo V.

Partendo da questa prospettiva entro nel vivo della questione del riparto di competenze tra Stato e Regione in materia di energia, attraverso una proposta di legge su una materia “sensibile” come quella dell’energia: “Provvedimenti urgenti in materia di energia e per la riduzione del consumo del suolo”. Con l’obbiettivo innanzitutto di fare chiarezza sui rapporti di competenza nei riguardi della gestione delle risorse energetiche, per affermare e garantire il principio della leale collaborazione tra Stato e Regioni e per proporre uno strumento normativo per una “vera”moratoria che non venga solo “percepita” dai cittadini lucani.

Nel ripercorrere l’iter legislativo della moratoria regionale all’autorizzazione di nuove ricerche di idrocarburi in Basilicata, ci si rende conto che si è dato vita ad una querelle giuridica che non ha fatto altro che sancire la violazione del principio di leale collaborazione, il quale deve “presiedere a tutti i rapporti che intercorrono tra Stato e Regioni”. “Da un lato abbiamo il Governo che interviene chirurgicamente su materie “sensibili” come l’energia, dall’altro la Regione che “scimmiotta” con moratorie, attraverso una politica “astuta” solo per far contento il popolo lucano a tutti i livelli. Venendo ai fatti, con la delibera di Giunta regionale, la n.1277 del 2 ottobre scorso, si autorizza il Presidente della Giunta a presentare ricorso di legittimità costituzionale avverso l’art. 38 del DL Sviluppo n.83/2012 dinanzi alla Corte costituzionale; nello stesso giorno, il Consiglio regionale esprime parere favorevole all’impugnazione, condividendo le motivazioni espresse nella relazione del Presidente De Filippo secondo il quale “va tutelata la prerogativa regionale di partecipare alle intese con potere deliberativo e non solo consultivo” così come prevede la norma censurata.

Il Consiglio dei ministri del 4 ottobre ha esaminato la legge regionale n.16 del 8 agosto scorso “Assestamento del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2012 e del bilancio pluriennale per il triennio 2012/2014” deliberandone l’impugnativa dinanzi alla Corte costituzionale ritenendo la disposizione che nega il rilascio dell’intesa al conferimento di nuovi titoli minerari per la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi incostituzionale. Tutto ciò premesso e considerato, la disposizione regionale censurata, negando a priori il rilascio dell’intesa per il conferimento di nuovi titoli minerari per la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, si pone in contrasto con i principi generali in materia di “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” e, conseguentemente, viola l’art. 117, comma 3 della Costituzione. A questo punto lo scenario è che, da una parte la Regione è privata della possibilità di partecipare all’intesa che conduce alla realizzazione di infrastrutture energetiche; dall’altra la possibilità di partecipare al procedimento se l’è preclusa la stessa Regione con la  legge impugnata, visto che si nega in modo generalizzato e in ogni caso il rilascio dell’intesa con lo Stato. Infatti, trattandosi di funzioni amministrative, la Regione è chiamata ad esprimersi di volta in volta, valutando il singolo caso concreto!
Diversi gli obbiettivi della proposta di legge per restare nel rapporto di leale collaborazione con lo Stato in materia e tutelare le prerogative decisionali regionali: innanzitutto scegliendo di non nascondersi dietro locuzioni lessicali, quindi  legiferare in materia di “Provvedimenti urgenti in materia di energia e per la riduzione del consumo del suolo” e non “di governo del territorio”; così che la formulazione dell’oggetto, sottolineando l’ambito di applicazione della materia – quella energetica –   chiarisce la competenza concorrente della Regione (l’energia è materia di competenza legislativa concorrente !). L’iniziativa legislativa vuole inoltre ribadire e riconoscere che il rilascio dei permessi e delle autorizzazioni relative alle determinazioni inerenti la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi avviene sempre di intesa con la Regione e gli enti locali interessati, nel rispetto del principio di leale collaborazione come definito dalla giurisprudenza costituzionale. Principio che implica il forte valore giuridico dell’intesa (gli specialisti parlano di intesa forte), certamente non superabile da atteggiamenti unilaterali governativi. Infine “se vogliamo una moratoria vera, dobbiamo intervenire sulla nostra legislazione prevedendo la sospensione delle azioni da intraprendere in materia di funzioni amministrative di competenza regionale in applicazione dell’art.29 del D.lgs 112/1998, comma 1 lettera l) e successive modificazioni relative alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, ivi compresa la partecipazione regionale nell’ambito dell’attività del CIRM (Commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie) ed in applicazione dell’articolo 7 della legge 47/98 nonché quelle del Comitato Tecnico regionale per l’Ambiente limitatamente ai progetti concernenti il conferimento di permesso per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi. E quindi, non limitare le iniziative economiche, non violare il riparto di competenze tra Stato e Regione in materia, ma riservarsi solo di esercitare il potere amministrativo dell’ ente Regione e dunque non dare una generica negazione ad un procedimento ma sospenderne le attività per un tempo determinato”. “Attraverso questa proposta di legge,  vogliamo proporre una soluzione per via ordinaria, che risponda alle giuste preoccupazioni del popolo lucano

Alfonso Ernesto Navazio, presidente “Io Amo la Lucania”