“La Curia risarcisca la famiglia di Elisa”

2 ottobre 2012 | 18:06
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“La Curia risarcisca la famiglia di Elisa”
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“La Curia risarcisca la famiglia di Elisa”
“La Curia risarcisca la famiglia di Elisa”

Entro un mese l’avvocato Giuliana Scarpetta presenterà una richiesta di risarcimento nei confronti della Curia di Potenza. Il legale salernitano della famiglia Claps ha spiegato il senso della richiesta, annunciata dalle pagine del settimale Oggi, in edicola da domani mercoledì 3 ottobre.

La richiesta di risarcimento- ha spiegato l’avvocato Scarpetta al telefono- fa seguito all’ordinanza del Gup delTribunale di Salerno che ha rigettato la richiesta della Curia di Potenza di costituirsi parte civile nel processo sulla morte di Elisa Claps. Processo che come si ricorderà ha visto imputato e di seguito condannato a 30 anni di reclusione Danilo Restivo. “La nostra richiesta- spiega l’avvocato- è altresi supportata dall’indagine bis aperta dalla Procura di Salerno che mira a far chiarezza sulle modalità di ritrovamento dei resti della studentessa potentina nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza, il 17 marzo 2010. “Se non si fossero prescritti i reati di occultamento di cadavere e violenza sessuale-aggiunge il legale della famiglia Claps- Restivo sarebbe stato condannato all’ergastolo e non a 30 anni come è invece accaduto. Un danno grave la famiglia di Elisa lo ha subito, dunque. I suoi resti sono rimasti in quel sottotetto per 17 anni. Per stessa ammissione del vescovo Appignanesi e Superbo ( i due prelati che si sono succeduti alla guida della diocesi di Potenza dal 1993 al 2010 ndr), in sede di esame testimoniale, la chiesa della Trinità sfuggiva al loro controllo. E qui entra in scena il Codice di diritto canonico- chiarisce ancora l’avvocato-che non solo prevede l’obbligo di vigilanza e controllo delle chiese della diocesi da parte del vescovo titolare della stessa ma predispone due strumenti per applicare tale vigilanza e cioè la visita pastorale e l’avvicendamento dei parroci. Tutto questo- sostiene l’avvocato Scarpetta- in diciassette anni non è stato fatto. Venire meno a questo controllo ha prodotto un danno”.

Sull’indagine bis, ovvero quella sulle modalità del ritrovamento di Elisa, l’avvocato Sparpetta si dice certa che a breve ci saranno novità. “Io- conclude- non mi fermo. Non mi basta la condanna di Restivo. Adesso vogliamo i responsabili delle coperture e dei depistaggi che per 17 anni hanno stritolato nel dolore la famiglia di Elisa”