I retroscena del terremoto del 26 ottobre

28 ottobre 2012 | 10:02
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I retroscena del terremoto del 26 ottobre

Non è bastato l’allarme della Commissione Grandi Rischi lanciato in base a nuovi calcoli secondo i quali “le “Le probabilità di sisma con magnitudo maggiore di 5.5 sono aumentate di circa 100 volte”. La Protezione Civile pretendeva ulteriori precisazioni e chiarimenti Secondo un articolo apparso su L’Espresso il 26 ottobre, a firma di Consolato Minniti, i dati sono stati messi a disposizione con notevole ritardo. Si è scoperto che le reti di informazioni non sono integrate e che le rilevazioni satellitari sono state rese disponibili soltanto dopo discussioni farraginose.  Ma non è tutto. Manca un codice di linguaggio comune per evitare pericolosi fraintendimenti. “Il 4 ottobre – scrive l’Espresso – la Commissione Grandi rischi si riunisce per analizzare la sequenza sismica in atto nell’area del Pollino ed elabora delle raccomandazioni perentorie indirizzate alla Protezione civile. L’invito è chiaro: attivarsi «senza ritardo alcuno”. 

Dati messi a disposizione con considerevole ritardo; reti d’informazioni non integrate seppur cruciali per la sicurezza sismica; rilevazioni satellitari di particolare importanza, processate e rese disponibili solo dopo discussioni farraginose; mancanza di un codice di linguaggio comune che eviti pericolosi fraintendimenti.

Il 4 ottobre scorso la Commissione grandi rischi (Cgr) si riunisce per analizzare la sequenza sismica in atto nell’area del Pollino ed elabora delle raccomandazioni perentorie indirizzate alla Protezione civile. L’invito è chiaro: attivarsi «senza ritardo alcuno”. Un’intimazione precisa, che apre uno squarcio sulla fitta rete di rapporti tra Cgr e Prociv. Qualcosa non funziona nella catena di comunicazione, che dovrebbe rappresentare un emblema d’efficienza e tempestività. Emergono divergenze di vedute, anche marcate. La Commissione incalza, la Protezione civile frena, ma sembra non si riesca a trovare quell’uniformità di giudizio che pure sarebbe auspicabile. 

I dati ufficiali, sono terribili: oltre 5.000 eventi sismici nell’area dal 2010, ben 400 (sei dei quali con magnitudo maggiore o uguale a 3.0) nel solo periodo che va dal 1 settembre al 2 ottobre 2012. La scossa di magnitudo 5.0, è la più forte dall’inizio dello “sciame”. 

Scrive ancora L’Espresso: “La Commissione grandi rischi, del resto, aveva messo in guardia: «Negli ultimi sei mesi la distanza temporale tra uno sciame e il successivo è andata diminuendo e la sismicità di fondo tra gli sciami è in aumento”. Ma le informazioni sono ancora troppo scarse per formulare previsioni precise. Manca una sismicità storica dell’area, che temporalmente si estende a non oltre cinque secoli fa. Un dato, però, è acquisito: nonostante la zona sia inserita tra quelle potenzialmente più a rischio (fino a magnitudo 7.0), il Mercure-Pollino ha un “gap” di grandi eventi sismici.” La Commissione allora fa ricorso alla cosiddetta analisi di “short-term hazard” ed i risultati destano profonda preoccupazione: per la sequenza dell’inverno 2011-2012, le probabilità di evento sismico con magnitudo maggiore di 5.5 «sono aumentate rispetto al background di circa 100 volte”. In altri termini, la possibilità giornaliera di una scossa di forte intensità è passata, in quel periodo, da 1/200 a 1/2. Un salto considerevole. Che diventa ancor più inquietante nella sequenza iniziata nel maggio 2012, dove le probabilità di un sisma 5.5 diventano 200 volte superiori al background. 

E in un quadro così complesso, al Dipartimento di protezione civile arrivano raccomandazioni precise, dure e perentorie: bisogna che si attivi «con urgenza e con tutti i mezzi possibili per assicurare che tutti i dati rilevanti siano messi a disposizione senza ritardo alcuno”; viene chiesta la riunificazione «prioritaria e rapida” delle reti regionali all’interno del sistema nazionale di sorveglianza, così come si ravvisa la mancata integrazione delle reti in un unico sistema di monitoraggio. 

Circostanza, questa, giudicata «grave e non ulteriormente rimandabile”. Sorge anche un problema comunicativo. In sintesi, la mole di materiale a disposizione potrebbe consentire l’utilizzo «con finalità d’allerta”. Ma cosa intende la Cgr? La Protezione civile se lo domanda nella lettera di risposta inviata da Franco Gabrielli: «In che modo i dati satellitari possono essere rilevanti per le attività di “rapida allerta”?”.

 E’ il cuore della divergenza, che diventa palese: «Le analisi di short-term hazard non sono ancora testate in termini pre-operativi. In ogni caso la probabilità giornaliera di un evento con magnitudo maggiore o uguale a 5.5 nel corso della sequenza ha raggiunto valori al massimo dell’ordine dello 0.5 per mille”. Come dire: tutto nella norma.

La contro risposta della Cgr sta tutta in una frase: «La necessità di stabilire un linguaggio comune che riduca la possibilità di fraintendimenti o l’uso di termini impropri nelle comunicazioni tra la Commissione e la Protezione civile è emersa chiaramente già dalla prima riunione dello scorso gennaio; il dipartimento della protezione civile si è impegnato a fornire una prima versione di un codice di comunicazione comune, di cui rimaniamo in attesa”. 

Per favore, almeno tra voi capitevi. Nessuno deve morire per causa di un fraintendimento. Questa mattina alle 4.37 nuova scossa di magnitudo 3.1, epicentro il monte Pollino.