Gli addetti alla forestazione senza stipendi da tre mesi, che vergogna!

28 ottobre 2012 | 10:22
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Gli addetti alla forestazione senza stipendi da tre mesi, che vergogna!

È sconcertante che non siano state corrisposte le mensilità di luglio, agosto e settembre ai circa 3.800 addetti del settore forestale impegnati dallo scorso maggio nei cantieri delle sette Aree programma. Questo inammissibile ritardo non è dovuto al tecnicismo del “trasferimento dei fondi” ma al più complessivo problema delle mancate e rinviate scelte in tema di governance locale. Lo scorso 5 settembre facevamo notare come il centrosinistra di Basilicata continuasse ad avere una visione settoriale del processo di riordino della governance dei vari comparti (agricoltura, rifiuti, gestione delle acque, uso del territorio, ecc…), cui si aggiunge, purtroppo, la confusione pericolosa e imbarazzante sul riordino delle Province.

De Filippo ammetta che le Aree programma sono un fallimento politico e amministrativo poiché hanno solo creato incertezze sul futuro dei dipendenti pubblici delle ex comunità montane, ritardi nei pagamenti degli operai addetti alla forestazione, inefficienze nelle prestazioni erogate ai cittadini, sovrapposizioni di enti e funzioni che non giovano all’efficienza dei servizi. Siamo in attesa di capire, per di più, come sarà dipanato l’ulteriore pasticcio introdotto con l’articolo 36, comma 5, della L.R. n. 16/2012, in base al quale le aree programma pur “mantenendo il nome attualmente in uso si devono trasformare, entro il 30 novembre 2012, in Unioni di Comuni”. A rimetterci, nel frattempo, sono i cittadini e, in questo frangente, gli operai della forestazione, lasciati sempre più soli e costretti a fronteggiare le crescenti tensioni sociali dovute alla pesante crisi economica che si ripercuote sulle famiglie con redditi più bassi, nella stragrande maggioranza monoreddito.

Il pressappochismo del governo regionale è innegabile e si manifesta in questa sciagurata scelta di lasciare senza stipendio numerose famiglie impegnate nella difesa del territorio e dell’ambiente. È evidente che non sono sufficienti le “trite e ritrite” attività in tema di green economy poste in campo dall’Assessore regionale Mazzocco che ha addirittura organizzato un convegno di partito in vista delle prossime elezioni politiche, dedicando al tema un week end a Maratea, il mese scorso. Invece di alimentare sempre i soliti dibattiti e le passerelle da “prima repubblica”, pagati con soldi pubblici, la Regione dovrebbe svolgere concretamente il ruolo di “guida” delle occasioni offerte dall’Unione Europea. A tal proposito, sarebbe interessante sapere quanti progetti sono stati candidati (entro il termine di scadenza del 26 settembre scorso) per il programma LIFE+ 2012, bando europeo che permetteva di ottenere contributi a fondo perduto fino al 75% della spesa ritenuta ammissibile per il miglioramento delle condizioni ambientali (plafond assegnato all’Italia di circa 25 milioni di euro). Questa politica regionale è inadeguata anche perché avrebbe dovuto dare impulso a processi condivisi ed efficaci di governance sul territorio, coordinando l’attività dei comuni al fine di garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali e dei rifiuti, di sviluppare politiche incisive in tema di forestazione, di adottare strumenti innovativi per accrescere la dotazione delle tecnologie ambientali.

Per non parlare, poi, dell’esperienza dei GAL, gruppi di azione locale, che gestiscono i contributi finanziari erogati dall’UE e dal Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e di Garanzia per promuovere lo sviluppo integrato, endogeno e sostenibile delle aree rurali. Questi soggetti consortili vengono, per lo più, utilizzati come strumenti di spesa pubblica per raccogliere il consenso delle filiere dei partiti di maggioranza, approfittando di un controllo, ancora tutto da verificare, che dovrebbe essere svolto dall’Autorità di Gestione del PSR Basilicata 2007-2013. Questi Gal, 8 su base regionale, possono contare su una dotazione finanziaria di circa 39 milioni di euro il che induce a chiedere l’introduzione (al di là delle chiacchiere scritte nei documenti di programmazione) di procedure e strumenti di controllo trasparenti, innovativi e oggettivi per la valutazione dei benefici e dei risultati derivanti dalla spesa. Non pochi dubbi destano, inoltre, le modalità di acquisizione di beni, servizi e prestazioni varie da parte dei questi soggetti. Il Gal “La Cittadella del Sapere”, solo per fare un esempio, ha da poco riaperto i termini (chissà perché!) per il completamento dell’Elenco dei fornitori qualificati di beni e servizi, già in precedenza costituito (e pubblicato sul sito web del Gal il 2 luglio 2012), tra cui figurano, tra gli altri, parenti stretti del Presidente del Gal stesso, cognomi altisonanti abituati a frequentare le stanze del Partito-Regione, imprese commerciali direttamente ricollegabili al Sindaco e al segretario del PD di Lagonegro, parenti e amici di un assessore regionale, e così via. L’auspicio è che ci sia una gestione equilibrata e trasparente di queste ingenti risorse pubbliche, accompagnata da una seria e rigorosa attività di vigilanza e controllo, soprattutto ad opera del Consiglio regionale e degli Organi competenti. Affinché non sia ritenuta “normale” una società in cui migliaia di famiglie attendono gli stipendi da mesi mentre la politica gestisce risorse pubbliche in modo discutibile e non sempre ricercando risultati per l’intera collettività!

Gianni Rosa– Coordinatore regionale Vicario

Mariano Pici– Coordinatore provinciale

Vito Di LascioComponente del Coordinamento provinciale