Acqua bene comune

22 ottobre 2012 | 19:41
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Acqua bene comune

Mercoledì 24 ottobre alle ore 17,00, nella sala A del Consiglio Regionale, il Coordinamento Acqua Pubblica di Basilicata presenterà alla Commissione che si occupa di riscrivere lo Statuto Regionale lucano, nonché ai presidenti della Giunta e del Consiglio ed a tutti i consiglieri regionali, altre 1.200 firme di cittadini lucani – che si aggiungono alle 400 già raccolte – a sostegno della proposta “acqua bene comune” presentata nel novembre del 2011. “Con questa proposta- si legge in una nota- si chiede che il nuovo Statuto Regionale riconosca all’acqua lo status di “bene comune pubblico”, garantendo il carattere pubblico ed inalienabile tanto della proprietà del bene e della rete quanto della loro gestione, e che dichiari il “Servizio idrico integrato” (SII)  un “Servizio pubblico di interesse generale privo di rilevanza economica”.

Il principio- si legge- che viene ancora una volta ribadito è quello secondo cui l’acqua, in quanto bene comune e diritto umano universale, non può essere assoggettata alle leggi del mercato come una qualsiasi merce e va quindi protetta – in sé e nella sua gestione – da ogni forma di privatizzazione.
Va ricordato, d’altro canto, che la Costituzione Italiana, negli artt. 2 e 3, sancisce già i principi fondamentali di solidarietà ed eguaglianza sostanziale dei singoli nonché l’impegno dello Stato ad assicurare le condizioni necessarie per lo sviluppo della persona umana e che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione A/64/L.63/rev.1 del luglio 2010, ha riconosciuto “il diritto all’acqua potabile e sicura ed ai servizi igienici” quali “diritti umani essenziali al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani” .

Con la proposta “acqua bene comune”, il Coordinamento chiede quindi all’amministrazione  Regionale di adottare tutte le misure necessarie a che il Servizio Idrico Integrato venga affidato ad un ente  di diritto pubblico garantendo l’effettivo e diretto coinvolgimento dei cittadini nella gestione e di attribuirgli   le finalità:
di contribuire alla coesione economico-sociale e territoriale assicurando a tutti l’accesso all’acqua potabile di buona qualità; di garantire che l’uso potabile sia prioritario rispetto ad altri usi e che esso avvenga mediante la distribuzione di acqua sorgiva; di contrastare ogni forma di inquinamento, di impoverimento e di uso improprio dell’acqua al fine di tutelare la salute dei cittadini, di proteggere l’ambiente e di salvaguardare il bene a favore delle future generazioni; di garantire l’utilizzo solidale e responsabile dell’acqua ed il rispetto degli equilibri ecologici e delle peculiarità locali.
“E’ solo in questo modo- prosegue la nota- infatti, che potranno essere finalmente attuati i principi già molte volte sostenuti anche dal Governatore De Filippo in occasione della consultazione referendaria del 2011, in cui 27 milioni di cittadini italiani – fra cui 280.000 lucani – si dichiararono a favore dell’acqua pubblica.
Presidente De Filippo, è tempo di passare dalle parole ai fatti: occorre che il percorso di democrazia partecipata da lei avviato in vista della riscrittura dello Statuto Regionale diventi sostanziale e che le proposte dei cittadini vengano esaminate, discusse ed accolte, e non lasciate marcire in un cassetto”!