Un parco tecnologico nucleare in Basilicata?

15 settembre 2012 | 12:15
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Un parco tecnologico nucleare in Basilicata?

Appello a cittadini e amminstratori. Si chiede chiarezza sul destino centro Enea di Rotondella

La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, No Scorie Trisaia e Associazione Ambiente e Legalità rendono noto l’esistenza di uno studio commissionato dalla Sogin SpA con il Dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università di Pisa per l’individuazione del sito di deposito di rifiuti radioattivi in Italia Meridionale. Lo studio commissionato dalla Sogin SpA avrebbe già identificato le caratteristiche geologiche dei corpi argillosi suscettibili di localizzazione di un deposito sub-superficiale di rifiuti a bassa e media radioattività nel sud Italia (I e II categoria) e che riguarderebbe anche il territorio della Basilicata. A realizzare lo studio Giuseppe Cosentino, Etta Patacca, Paolo Scandone dell’Università di Pisa, quest’ultimo nel 2003 dichiaratosi favorevole al cimitero di scorie nucleari a Scanzano con una lettera trasmessa al generale Jean della Sogin SpA da Viggiano, ove operarava in qualità di consulente ENI.

Nella Commissione tecnico Scientifica della Sogin SpA risulta inoltre presente Fedora Quattrocchi, nella doppia veste pubblica e privata,che ha firmato – si legge nel suo curriculum presente on line istituto.ingv.it/portale_ingv/portale_ingv/…/quattrocchi_cv.pdf (pag.6)- un “accordo di confidenzialità specifico e riservato ad 
personam” poichè selezionata a tal fine dal Presidente INGV nell’Agosto 2010. Fedora Quattrocchi è anch’essa relatrice al convegno dei geologi lucani sugli stoccaggi di anidride carbonica nel sottosuolo (anche lucani?).

Secondo la Ola, No Scorie Trisaia e Associazione Ambiente e Legalità i forti interessi sul territorio della Basilicata evidenziano commistioni di interessi ed intrecci tra tecnici di parte privata, ordini professionali, dipartimenti universitari, enti pubblici e società private, come la Sogin SpA, le compagnie minerarie e le società interessate allo smaltimento dei rifiuti non solo nucleari.

La Ola, No Scorie Trisaia e Associazione Ambiente e Legalità evidenziano come il ministro Passera abbia già annunciato come all’inizio del 2013 il governo renderà noto il sito del Parco Tecnologico Nucleare comprensivo di un sistema per lo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività, 
nonché di un deposito provvisorio per l’immagazzinamento dei rifiuti ad alta attività e del combustibile irraggiato proveniente dall’esercizio degli impianti nucleari. E’ solo un caso che tra i relatori al convegno dei geologi lucani, nel quale è presente l’intera classe politico istituzionale regionale, vi siano i maggiori “esperti” di questioni nucleari, gli stessi uomini del generale Jean?

Il Parco Tecnologico nucleare è concepito come un centro di eccellenza del settore, sarà “provvisorio” perché “la soluzione geologica definitiva sarà studiata a livello internazionale”. Il Governo rimarrebbe “svincolato” da qualsiasi parere degli Enti territoriali sul deposito nazionale delle scorie nucleari. Il documento di 
localizzazione del “parco tecnologico” alias “deposito per le scorie nucleari” della Sogin spa – in base al Decreto Legislativo 31/2010 – potrà essere reso pubblico solo a seguito dei criteri tecnici indicati dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), così come dovranno essere validati dall’Agenzia per la sicurezza nucleare (ASN) insediata sulla base di valutazioni derivate “da una procedura di valutazione ambientale strategica sui parametri di idoneità alla localizzazione degli impianti”.

La OLA, NoScorie Trisaia e Associazione Ambiente e Legalità, chiededono chiarezza e trasparenza  al Direttore Generale del Dipartimento Ambiente, Donato Viggiano, già ex direttore del centro Enea di Rotondella defenestrata dal governo dalla gestione del centro, e all’assessore all’ambiente Vilma Mazzocco, su quanto sta accadendo in Trisaia. Infatti mentre gli Stati Uniti si  stanno riprendendo il materiale strategico nucleare italiano, quello di Elk River resta 
ancora presente presso il centro Sogin di Rotondella (MT) nel silenzio assordante della regione e dei parlamentari lucani.

Si invitano pertanto le amministrazioni locali ed i cittadini a tenere alta la guardia sull’eventuale localizzazione in Basilicata del deposito unico nazionale delle scorie radioattive di I e II categoria (nei calanchi?) abbinato al parco tecnologico (in Trisaia?), facendo così rientrare dalla finestra ciò che é uscito dalla porta nel 2003 a Scanzano Jonico.