“Non c’è più tempo da perdere”. Reagire all’economia criminale

22 settembre 2012 | 07:45
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“Non c’è più tempo da perdere”. Reagire all’economia criminale

Fascia jonica materana: il silenzio dei colpevoli. La malavita occupa gli spazi vuoti lasciati dalla Politica. Crisi e disperazione sono il canale privilegiato di chi intende sottomettere il territorio a nuovi Poteri. Da mesi, tutti gli episodi di violenza (auto incendiate, capannoni bruciati, intimidazioni di ogni genere) sono stati ancora una volta sottovalutati Trattati come “ragazzate” o “come fenomeni di autocombustione”, oppure “causati da corto circuito”. Questa volta si è aggiunta un’altra causa. L’incendio alla Pan Agri sarebbe stato causato da “un pazzo”. O anche no. Il Gip non ha convalidato il fermo. Niente indizi. Un tempo, diciamo fino all’inizio degli anni 90, qualcuno si indignava, prendeva posizione, stigmatizzava, respingeva. I leader locali e regionali dei partiti, i loro organismi dirigenti, reagivano immediatamente almeno con un comunicato stampa, con un volantino. Si convocavano consigli comunali straordinari, o assemblee nelle sezioni. Insomma le articolazioni democratiche della società civile reagivano. Oggi nessuno più si indigna, tutti tacciono. In questo numero vi proponiamo un’analisi spietata della situazione.

A pagina 22, l’intervista al tenente Giuseppe Di Bello: “Contro di me una sentenza politica”

A pagina 18, l’intervista ad Ernesto Navazio: “Pd e Pdl, due facce della stessa medaglia”

A pagina 10, un’analisi sui consorzi di bonifica lucani: costosi e malmessi