Lavoratori allo stremo sotto la Regione

11 settembre 2012 | 11:31
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Lavoratori allo stremo sotto la Regione
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Lavoratori allo stremo sotto la Regione

“Da tempo aspettiamo una soluzione, ma ad oggi abbiamo ascoltato solo parole. A quando i fatti”?

I lavoratori del Don Uva e dei Consorzi di Bonifica dell’ Alta Val d’Agri, del Vulture-Alto Bradano e del Bradano-Metaponto in sit-in davanti al Palazzo della Regione. Senza stipendio da mesi chiedono che la Giunta regionale si faccia carico della situazione per giungere in fretta ad una soluzione 

Un destino comune, come comune è la responsabilità da parte della Regione, accusano i lavoratori: “Da tempo aspettiamo una presa di posizione che porti a una soluzione concreta ma ad oggi solo tante parole. Adesso vogliamo che ci dicano come stanno le cose guardandoci in faccia”. Il Don Uva, un ente ecclesiastico che si occupa di assistenza e riabilitazione, conta più di 2 mila lavoratori divisi su tre strutture (Potenza, Foggia e Bisceglie). Allo stato attuale l’azienda, su cui pende un’istanza di fallimento presso il tribunale di Trani, ha un indebitamento di 270 milioni di euro con lo Stato da saldare entro il 1 gennaio 2014. I lavoratori, vista la precaria situazione e l’assenza di segnali rassicuranti da parte dell’ente su un possibile piano di rilancio, hanno deciso di interpellare le istituzioni locali chiedendo di varare una legge che destini i fondi regionali direttamente alla struttura potentine e non più alla “Casa Madre” di Bisceglie. ”In questo modo si potrebbero pagare anche gli stipendi. A luglio abbiamo ricevuto un acconto di solo 700 euro mentre ad agosto non abbiamo visto un euro”.
Stessa sorte, se non peggio, è quella dei lavoratori dei consorzi di bonifica. Il settore attraversa da anni una profonda crisi. I sindacati, denunciando il mancato pagamento di diverse mensilità e le difficoltà organizzative e finanziarie in cui versano i consorzi, chiedono l’intervento della Regione. “La priorità adesso è pagare gli stipendi. Poi occorrerà una politica seria a partire dalla riforma del sistema dei consorzi”.