I lucani sono responsabili non arrendevoli

7 settembre 2012 | 18:14
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I lucani sono responsabili non arrendevoli

Le parole del presidente De Filippo sulla questione petrolio sono apprezzabili e confermano che la Cisl aveva visto bene nel porre la necessità di una marcia su Roma e di una grande ribellione democratica del popolo lucano contro i tentativi di spoliazione delle sue risorse naturali. Auspichiamo, desideriamo e confidiamo che, oltre alla Cisl e alla Uil, tutto il sindacato possa ritrovarsi all’unanimità a lottare da Tempa Rossa a Roma per un unico e vitale obiettivo che riguarda il futuro della Basilicata. Se scambio deve esserci, deve essere alla pari affinché il memorandum non sia l’ennesima occasione perduta. Con la mobilitazione, oggi ripresa e condivisa da numerose organizzazioni, vogliamo rivendicare il diritto dei lucani a godere, prima di altri, delle proprie ricchezze naturali e a costruire su di esse un futuro di prosperità per tutti.

La posizione espressa dal presidente De Filippo, col garbo istituzionale che impone il ruolo, presenta diversi punti di convergenza con quanto sostenuto dai sindacati e dalla stragrande maggioranza delle organizzazioni economiche e sociali della Basilicata che hanno condiviso il nostro richiamo alla necessità che la questione petrolio, in considerazione della sua importanza e delle sue ricadute ambientali e sociali, esca dalle segrete stanze della politica e delle grandi compagnie petrolifere e coinvolga la società civile lucana nella sua globalità attraverso meccanismi decisionali aperti e trasparenti.

La Basilicata contribuisce dal ’98 in modo determinante al fabbisogno energetico del paese e il memorandum riconosce, seppure con colpevole ritardo, questa specificità, ma sarebbe un errore scambiare il senso di responsabilità nazionale dei lucani per arrendevolezza. Il senso di responsabilità ha un limite nella dignità di un popolo che, dopo anni passati ad ingurgitare piatti di lenticchie, pretende ora investimenti e lavoro. La dignità dei lucani non è in vendita e bene farebbe il governo nazionale a rinfoderare l’arma del conflitto istituzionale che produrrebbe effetti laceranti difficilmente rimarginabili e che sarebbe platealmente in contrasto con i più elementari principi della democrazia.

Nino Falotico, segretario Cisl Basilicata