Gli spari che annunciano una brutta stagione

3 settembre 2012 | 22:12
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Gli spari che annunciano una brutta stagione

Colpi di pistola contro l’automobile di un imprenditore edile. Nel quartiere di  Macchia Romana a Potenza. In una città notoriamente colpita da fenomeni criminali un episodio del genere sarebbe passato inosservato. In una città apparentemente tranquilla, capoluogo di una Regione apparentemente serena, lo sparo di una rivoltella fa molto rumore.  Assai rumore.  Ma non dobbiamo lasciarci confondere dal frastuono delle pallottole. Non dobbiamo mescolare l’effetto con la causa, l’episodio con i fatti. E’ vero che la criminalità ha alzato il tiro. Ma è sbagliato fare questa considerazione all’indomani di una notizia di cronaca. In molte occasioni il nostro giornale ha lanciato analisi severe sulla condizione del crimine in Basilicata. Abbiamo messo in guardia le istituzioni e la politica da taluni atteggiamenti e comportamenti “pericolosi”. L’episodio di Macchia Romana può dire nulla sulla situazione della criminalità a Potenza e in Basilicata, ma potrebbe confermare molte delle nostre analisi. Credo che stia accadendo quanto abbiamo temuto.  La criminalità si è organizzata e assestata  per bene in alcune aree della regione. Nel Metapontino, nel Lagonegrese e nel Senisese.  Nel frattempo ha  messo radici nel Marmo-Melandro.  Si sta  ristrutturando nel Melfese.  A Potenza c’è stato un rilancio consistente delle partite di riciclaggio ormai in mano a pochi camorristi dei clan napoletani e salernitani. Il mercato degli stupefacenti nel Capoluogo è l’obiettivo di nuovi gruppi indigeni che nel frattempo continuano a mantenere saldi rapporti di “assistenza tecnica” con la malavita campana.  Gli ndranghetisti del Metapontino e del Lagonegrese cercano accordi con i camorristi del Marmo Melandro e del Potentino. Questo sottobosco “pezzente” della criminalità sta prendendo piede.  E disturba. Disturba manovre più sofisticate ed intelligenti. Silenziose e criminali allo stesso modo.  Sfida i colletti bianchi. “I pezzenti” hanno trovato molti spazi liberi e favorevoli in un clima di abusi nel campo dei rifiuti e delle estrazioni petrolifere dove si fanno molti più affari con scarso rischio. Settori della politica si sono lasciati avviluppare in meccanismi all’apparenza legali e convenienti. Hanno fatto e fanno gli avvocati di cause ambigue, allargando gli spazi della sfiducia, della paura e dell’incertezza, fertilizzando, magari senza rendersene conto, il terreno della coltivazione criminale. Quelli che sparano aspirano al dominio. Sanno che con gli affari delle estorsioni si può comprare il resto. Ma perché sparare. Semplice, è cambiato tutto. Loro sanno molte cose, possono ricattare molte persone. Chiedono di delinquere senza disturbo. Per questo premono il grilletto in pieno giorno. Lanciano un messaggio chiaro. “Comandiamo noi. Qui si può. Adesso”. Le forze dell’ordine fanno senza dubbio il loro dovere. La politica deve ancora dimostrarlo. I segnali non sono incoraggianti. La festa, se mai c’è stata, è finita. Si apre una brutta stagione.