Folino, De Filippo e la mala sorte

15 settembre 2012 | 16:01
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Folino, De Filippo e la mala sorte

Folino non è nuovo alle lettere scoop. Quando era assessore alle attività produttive si dimise con una lettera al vetriolo contro De Filippo. Anche allora calcolò la convenienza politica del gesto. Tentò l’assalto alla presidenza e si prenotò per l’alto scranno del Consiglio Regionale. Questo signore dal curriculum professionale deboluccio, ma da una carriera politica tutta fondata sulla fedeltà ai mazzai dell’epoca a cavallo tra Di Nardo e Bubbico, fa una grande confusione. Oppure usa tatticismi degni del più nobile cinismo comunista. Premesso che, come evidente dai miei articoli, sono un critico feroce del presidente De Filippo, non posso dar credito alla donzella Folino che ad ogni piè sospinto pensa di cavarsela con una letterina. Veniamo ai fatti. Il presidente del Consiglio regionale, attraverso la sua lettera, ammette almeno un paio di cose gravissime. La prima: il Pd non è un partito che discute al suo interno le questioni lucane, democraticamente, prima di assumere decisioni vitali per la Basilicata. Infatti, don Vincenzo si lamenta della conduzione del Governo regionale e delle sue scelte. Vale a dire che De Filippo non risponde al partito. La seconda: il Pd, o Folino, non si capisce, avrebbe gestito meglio la partita del petrolio, se De Filippo non avesse fatto stronzate. Don Vincenzo rievoca, con nostalgia, i tempi in cui il Governo lucano rispondeva sull’attenti al Governo nazionale (Prodi, D’Alema, Bersani), in altre parole al Partito. Folino insiste molto sul “si sarebbe dovuto fare”. Accusa sul Piano Val d’Agri, troppe risorse sprecate, dipanate in mille rivoli, una parcellizzazione senza risultati. “Abbiamo perso – dice Folino – presidi istituzionali importanti quali i tribunali di Melfi e di Pisticci (in situazioni simili sono scattate deroghe) e l’annunciata ridefinizione delle Province mette in grande difficoltà il sistema di governance territoriale della Basilicata. Si sarebbe dovuto invece riaprire il confronto con il governo nazionale su tutta la materia energetica e ambientale, provare a ridefinire tutta la materia delle compensazioni ambientali e delle royalties e ad ottenere una nuova intesa istituzionale relativa alla presenza dello Stato in Basilicata.”. E’ evidente la morale della lettera: “De Filippo non è in grado di governare la Basilicata, io sì.” Bene. Caro Folino, ti riconosco una grande capacità di smarcamento in difesa e a centro campo. Ma sei come quel calciatore che critica gli attaccanti della propria squadra, a fine campionato. Un colpo basso degno dei cinici. Tu sei sempre stato in campo, caro don Vincenzo, e se le cose si mettono male la responsabilità è tua nella stessa misura degli altri giocatori. Sembrate tutti una specie di partita iva della politica, lavorate ciascuno per se stesso, per il fatturato di consensi utile alla prossima desiderata posizione. Quella che voi chiamate dialettica interna è un ring senza regole esposto all’infamia del tradimento. In Basilicata non siete più un partito, ma una spa. Tutta colpa degli altri?