Fiat, non c’è tempo da perdere

13 settembre 2012 | 18:06
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Fiat, non c’è tempo da perdere
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Fiat, non c’è tempo da perdere
Fiat, non c’è tempo da perdere

Un messaggio forte alla Fiat affinché faccia uno sforzo e proceda con gli investimenti e un appello al governo affinché aiuti le imprese che vogliono investire e creare lavoro. La Fim Cisl rilancia il suo impegno sindacale sul fronte caldo della Fiat e spinge sul pedale della mobilitazione territoriale per salvare il più importante investimento industriale del Mezzogiorno prima che sia troppo tardi. Il futuro della Sata e del suo indotto sono stati al centro del direttivo regionale della Fim che ha riunito stamane (giovedì 13 settembre) a Melfi oltre un centinaio di quadri e delegati alla presenza dei segretari nazionali Gianfranco Gasbarro e Ferdinando Uliano, del segretario generale della Cisl Basilicata Nino Falotico e di Leonardo Burmo, responsabile delle relazioni con l’indotto Fiat. Sullo sfondo i numeri di un comparto in profonda crisi. Nel 2012 e nel 2013 non si andrà oltre quota 1,4 milioni di auto vendute nel mercato italiano, un milione in meno rispetto al 2007, flessione che interessa tutte le case automobilistiche con percentuali a due cifre. Di queste 450 mila saranno marchiate Fiat, un dato decisamente lontano dal target previsto nel piano Fabbrica Italia che puntava a raggiungere quota 1,4 milioni di vetture nel 2014.

Lo scostamento tra volumi di vendita e target è alto anche alla Sata di Melfi che sfornerà nel biennio circa 150 mila vetture all’anno a fronte delle 450 mila vetture di saturazione previste nel piano industriale con il lancio del nuovo modello nel 2013. E se il mercato non tira, gli impianti girano a scartamento ridotto, ovunque, con una percentuale di utilizzo intorno al 60 per cento. “Un livello che non si può reggere a lungo”, ha avvertito Ferdinando Uliano, responsabile Fim dei rapporti con il gruppo Fiat, che ha lanciato un forte grido d’allarme sulla tenuta dei livelli occupazionali se dovesse persistere questa situazione. “Le ore di cassa integrazione ordinaria – ha avvertito Uliano – si stanno esaurendo e molte aziende dell’indotto hanno già aperto le procedure di mobilità o di cassa integrazione straordinaria, segno che non abbiamo più molto tempo”.

Per Uliano “lanciare il nuovo prodotto a Melfi è indispensabile anche se le condizioni di mercato non sono particolarmente felici. Inoltre in questa fase sta venendo meno una delle cause che hanno rallentato lo sviluppo di nuovi modelli in casa Fiat. La riduzione dello spread e la rete di sicurezza messa in campo dalla Bce, infatti, consentono di ridurre gli interessi che le aziende devono pagare sugli investimenti. Per questo chiediamo a Fiat di fare uno sforzo in questa direzione e di far ripartire gli investimenti”. Per il segretario della Fim “anche il governo la deve smettere di fare le chiacchiere e deve fare la sua parte aiutando le imprese che vogliono investire nel nostro paese. Noi non chiediamo assistenzialismo – ha concluso Uliano – ma una politica industriale che aiuti chi vuole creare ricchezza e lavoro, dando prospettiva agli stabilimenti italiani”.