Bancario a me?

26 settembre 2012 | 11:13
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Bancario a me?

Come ti risollevo le sorti del San Carlo. Semplice, ordine e disciplina. Ma soprattutto niente critiche e un solo mantra per tutti “onora il direttore generale”. E così capita che un medico appassionato del suo lavoro, dopo aver rappresentato, con i colleghi, i malesseri del reparto, si ritrovi con una bella sanzione disciplinare per aver dato del “bancario” al direttore generale. Non che non lo sia stato, un bancario, il direttore generale, solo che non lo si deve dire, perché ricordare le sue origine lavorative, evidentemente, rischia di offuscare la successiva splendida escalation. E allora, ecco come ti risollevo le sorti del San Carlo.

Prima l’acquisto di un servizio (?) dal Bambin Gesù, poi la nomina di un Direttore di ferro del quale non si possono nominare i trascorsi lavorativi, sebbene più che dignitosi. Per essere precisi, le critiche del dott. Strangio (il medico colpito dagli strali dell’amministrazione per aver leso la maestà del capo) non sono intervenute in un’assemblea pubblica, oppure a mò di comizio davanti alla fila dei pazienti, o durante un intervento chirurgico con l’anestesia ancora non completamente operativa, no, tutt’altro. Sono intervenute in un dialogo fra due persone, per cui, molto agevolmente, il Giudice del Lavoro, intervenuto sul caso, ha ritenuto che quelle dichiarazioni fossero “rimaste … in un contesto riservato, in una discussione fra colleghi” e che “la sanzione irrogata è sproporzionata”.

Ma evidentemente nella nuova gestione del San Carlo le discussioni vanno regimentate: magari si parli di donne o di calcio, ma mai del direttore generale, che rimane un argomento tabù; a meno che non sia per parlarne bene, viene da pensare. E dire che il tutto prende le mosse dalla denuncia di difficoltà e disagio nel quale versano i medici del reparto di neonatologia del San Carlo. Denuncia a firma di sette medici che richiamava le carenze, le difficoltà gestionali, il clima lavorativo non sereno, la solitudine clinica e assistenziale nella quale sono costretti ad operare.

Denuncia che era indiscutibilmente sacrosanta se è vero come è vero che dopo qualche mese, e dopo un periodo di stop obbligato, il reparto veniva finalmente dotato di nuovi sette ventilatori, il cui arrivo venne salutato dagli osanna della burocrazia e della politica. Nell’occasione l’assessore Martorano ebbe parole di elogio per gli uomini e i mezzi del reparto e il direttore Generale si mostrò aperto al dialogo. Tanto aperto da non sopportare una discussione riservata fra colleghi. Che dire!

Meno male che c’è la giustizia, del lavoro nel caso specifico. E’ intervenuta in maniera velocissima per fare, appunto, giustizia. E il San Carlo?

Chissà, forse non l’ha presa bene, forse farà ricorso in appello, chissà.

Sembra che la necessità primaria sia quella di riabilitare agli occhi dell’opinione pubblica una struttura amministrativa che ha fatto clamorosamente fiasco, ma non tanto nell’assistenza medica, bensì nel rapporto coi dipendenti.

Certo che se la solerzia mostrata da parte del Direttore Generale nel dar impulso all’azione disciplinare perché “era stato posto al corrente” che il dott. Strangio si “era lasciato andare a espressioni di particolare gravità riguardanti lo scrivente”,  troverà modo di svilupparsi anche nel riportare il San Carlo a livelli di decenza, sarà un successo. Ma se dovesse trovare sfogo solo nel tentativo di reprimere le critiche, per quanto riservate e confidenziali, e, aggiungeremmo forse anche fondate, allora ci sarà da preoccuparsi.