Azienda distrutta dalle fiamme

7 settembre 2012 | 01:03
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Azienda distrutta dalle fiamme
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Azienda distrutta dalle fiamme
Azienda distrutta dalle fiamme
Azienda distrutta dalle fiamme

Cinquecento capi di bestiame rischiano di morire di fame. L’azienda, che nell’incendio ha perso tutto, non è in grado di provvedere al loro fabbisogno

Altragricoltura e Soccorso Contadino hanno indetto nella giornata odierna una conferenza stampa presso l’azienda Panio, gravemente coinvolta nel grande incendio che ha interessato il comune di Pisticci, la scorsa settimana.

L’azienda costituita da 500 capi ovicaprini, di cui 150 gravidi, non è attualmente in grado di provvedere al loro fabbisogno poiché i pascoli, le attrezzature e i due fienili che fornivano foraggio con il quale si sarebbe dovuta gestire l’alimentazione degli animali fino alla prossima stagione sono andati, nel giro di 36 ore, letteralmente in fumo nel vasto incendio che ha coinvolto la città di Pisticci la scorsa settimana. 

Giuseppe e Pietro Panio gestiscono l’azienda alle porte di Pisticci lasciata loro dal padre di circa 100 ettari con 400 animali al pascolo per cui già devono, come tutti gli allevatori della zona, fare i conti con la grave condizione di mercato che colpisce le campagne lucane. Ogni giorno di gestione dell’azienda costa almeno 400 euro a fronte di ricavi sempre più ristretti che da qualche anno consegnano comunque bilanci negativi. Bilanci che, a fronte del valore economico di cento ettari di proprietà e del valore affettivo per un bene storico di famiglia in cui hanno investito tutta la loro vita, richiedono il ricorso a esposizioni ed anticipazioni bancarie per far quadrare i conti. E’ così che, avendo tutti gli investimenti finanziari e le anticipazioni possibili già investite e immobilizzate nella campagna in corso, i Panio non sono nella condizione di far fronte alle spese per ricostruire le scorte di foraggio fino alla prossima primavera. 

Se non si interviene con urgenza, dunque, il destino degli animali è segnato: non potranno alimentarsi e moriranno di fame. Nelle parole amare dei giovani imprenditori e nei loro occhi c’è molta sofferenza ma anche molta fierezza; quella che lega l’individuo alla sua terra e alla sua storia.

C’è la dignità del non chiedere e di aver paura di deludere. Una dignità che è più forte del disagio e del disastro vissuto. Forse è anche per questo che altri agricoltori non hanno avuto nessuna reticenza e hanno deciso di attivarsi immediatamente per cominciare a dare risposte dirette loro stessi in modo da sostenere attivamente un collega in difficoltà. Le altre due aziende coinvolte dall’incendio (che hanno avuto distrutti parte dei pascoli ma hanno conservate le scorte nei fienili) hanno subito dato il primo segnale: Giovanni Grieco e Michele Montano hanno assicurato una prima fornitura di foraggi. Serafino Aliani (Agricoltore e allevatore con l’azienda nel territorio di Pisticci e Grottole) ha assicurato subito la disponibilità di diverse decine di quintali di fieno.

E’ partita così la campagna di solidarietà messa in campo dal Soccorso Contadino che ha avuto immediate risposte dai colleghi di Giuseppe e Pietro. Ora tocca alle istituzioni: al Prefetto, al Presidente della Regione De Filippo e all’Assessore al Dipartimento all’Agricoltura Mastrosimone, affinchè intervengano ‘attraverso un provvedimento di liberalità e solidarietà a salvare queste aziende in difficoltà in un territorio già profondamente ferito dalla crisi economica e dall’impatto disastroso di eventi ambientali e di cattiva gestione del territorio’, è quanto ha più volte ribadito il Coordinatore di Altragricoltura, Gianni Fabbris.

L’appello verrà pubblicato sulla pagina webhttp://www.aziendapanio.blogspot.it  e verrà, inoltre, lanciata una campagna per chiedere ai cittadini di inviare lo stesso messaggio a loro volta esprimendo solidarietà e chiedendo di intervenire facendo presto perchè “gli animali non possono cibarsi di promesse e burocrazia e perché se non si interverrà urgentemente con un atto tempestivo potrebbe accadere che gli animali, che già stanno accusando disagi e difficoltà fisiologiche, se pur alimentati in condizione di emergenza, potrebbero letteralmente morire di fame”.

Con il gesto di oggi emerge che la solidarietà non è solo una richiesta alle istituzioni ma è sopratutto un impegno che deve partire dal basso e coinvolgere la comunità ed i cittadini.