Amara Lucania, è ora che la Basilicata sappia

3 settembre 2012 | 16:22
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Amara Lucania, è ora che la Basilicata sappia
Amara Lucania, è ora che la Basilicata sappia
Amara Lucania, è ora che la Basilicata sappia
Amara Lucania, è ora che la Basilicata sappia

Alla presenza del regista Andrea Spartaco, sabato 1 settembre a Tramutola, grazie all’Associazione Tramutola Viva! con la partecipazione della locale amministrazione comunale, è stato proiettato il documentario-inchiesta del 2009 “Amara Lucania”, sul tema dei reati ambientali in Basilicata.
In 67 minuti, liberamente disponibili per la visione in rete sul blog del regista, raccogliendo le testimonianze di personaggi come Vincenzo Montemurro, don Marcello Cozzi, Ulderico Pesce, insieme alle voci altrimenti senza nome di consulenti della Provincia rimasti senza risposte o operai di imprese di “bonifica” che ancor oggi attendono il riconoscimento del danno professionale, vengono ripercorse alcune tra le vergogne senza nome di questa Regione. Dalle scorie nucleari di Scanzano (e altrove?) al dramma silenzioso di chi grazie alla Materit ha conosciuto il termine “neoplasia”, vengono inquadrati i volti di una Regione che difficilmente conoscerà il palco di Sanremo.

Un film che scorre dritto come un fiume in piena, le cui acque però nascono dalle sorgenti vicino ai pozzi di Cerro Falcone, passano per la Val Basento, e sfociano in un mare troppo ricco di schiume, su spiagge i cui bagnanti non sapevano di essere in zona militare. Un fiume al quale si abbeverano animali (e ci mangiano bestie?) il cui latte e la cui carne arrivano sulle nostre tavole. Un fiume le cui acque non si possono smuovere, o ne esce qualcosa di peggio del petrolio che galleggia appena che ci rimesti un po’ con un bastone. Un fiume che attraversa l’intera Basilicata, ma non scorre “coast to coast”. Forse per la prima volta, la proiezione di questo documentario “scomodo”, così stranamente poco noto ai cittadini lucani, è avvenuta alla presenza di numerosi rappresentanti istituzionali: in primis l’Assessore all’Ambiente della Provincia di Potenza, Massimo Macchia, e l’alta professionalità della III Commissione “Ambiente – Territorio – Attività Produttive” del Consiglio Regionale, avv. Antonio Pepe, autore quest’ultimo del testo “Chi inquina paga?” edito da Rce Multimedia; ma anche rappresentanti dei Consigli comunali e di numerose associazioni, non solo ambientaliste, di zona; oltre ad esponenti della cultura e della sanità.

La presenza istituzionale, che se ne condividano o meno le tesi espresse nel dibattito che ha seguito la proiezione, non si è sottratta al confronto; la discussione è stata viva e partecipata, mai accesa nei toni, con poche incursioni nei localismi. Il dibattito, partito dal tema dei rifiuti sempre più sentito man mano che si avvicina la scadenza del 31 dicembre per la presentazione del nuovo piano regionale, è stato assai lungo, ricco di interventi, interrotto solo dalla mezzanotte che incombeva. Segno sicuro di un’attenzione più viva che in passato per i temi dell’ambiente (complice la diffusione di notizie tramite la non controllata Internet?), palpabile nei tanti semplici cittadini che hanno assistito alla proiezione, con una piacevole attenzione, piena di competenza e passione, del pubblico giovanile.
Dal tema dei rifiuti, che insieme all’acqua, quasi la sua controparte, è il filo conduttore di tutto il documentario, la discussione, nella Valle del Petrolio e del Presidente, è volta presto, inevitabilmente, su quello dello sfruttamento petrolifero e della questione occupazionale ad esso collegata.
Il documentario verrà presto riproposto a Potenza, e sarà forse l’inizio di un tour itinerante che lo faccia conoscere, tre anni dopo la produzione, alla regione in cui è stato girato. Come un fiume in piena, stavolta dalle acque più pulite di quelli nella cui foce “ci puoi fare di tutto”.

Paolo De Nictolis, Associazione TRamutola Viva!