Siderpotenza, un impianto sconosciuto

28 agosto 2012 | 13:42
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Siderpotenza, un impianto sconosciuto

Oggi, dopo il caso ILVA, è più che mai  non rinviabile che il caso Siderpotenza non venga ancora nascosto sotto il tappeto. Ad onor del vero molte  informazioni si accavallano, sono  spesso contraddittorie ,  la situazione è in uno stallo e nessuna autorità spende una parola. Si è ripreso il tema del decentramento  dell’impianto, cosa opportuna, ma sono 20 anni che se ne discute inutilmente ed allora, per il momento, è opportuno lavorare su quello che c’è. Oggi, dopo oltre 5 anni di attesa, abbiamo un punto fermo ed è l’AIA – Autorizzazione Ambientale Integrata-che la Regione ha rilasciato lo scorso Febbraio. Nell’AIA vi sono prescrizioni ed un calendario per apportare alcune migliorie, si passa anche alle rilevazioni in continuo di alcune emissioni ai camini; per la prima volta, nell’AIA, la Regione prescrive rilevazioni, attraverso deposimetri, esterne al circuito aziendale. In buona sostanza adesso ci sono tutti i documenti per ben operare ma, soprattutto, bisogna che si faccia. L’Arpab del nuovo corso per quello che è in nostro possesso pare abbia dati risalenti al 2009 attinti  al museo dell’ambiente,
All’atto del rilascio AIA i vari soggetti partecipanti si sono soffermati su alcuni punti specifici: rilievi radiometrici, qualità delle acque reflue  immesse nella rete; una certa disattenzione è stata posta  sulle emissioni in atmosfera perchè se è vero che  a 1500 gradi di combustione non vi è traccia di diossina ma le particelle immesse in atmosfera e bruciate, in qualsiasi modo, a quella temperatura diventano sempre più piccole ed allora occorre rilevare almeno il PM 2,5. in Basilicata  l’unica centralina esistente per il PM 2,5 è nel centro della Città di Matera ed è praticamente inutilizzata dal Comune. Una pubblica riunione esplicativa che illustri lo stato dell’arte da parte di tutti gli attori che intervengono: Regione, Provincia, Comune di Potenza , Arpab, Asp e Proprietà  non è più rinviabile. Sarebbe opportuno coinvolgere sin dall’inizio l’ISPRA come l’esperienza Fenice insegna. Dovrà nascere un coordinamento stabile che riferisca pubblicamente via-via, gli interventi previsti e programmati  atti a ridurre o ad abbattere del tutto i livelli di inquinamento. Andranno stabiliti i tempi ed i metodi partendo dall’A.I.A.
Non si può sottacere, comunque, che la autorizzazione, appena concessa dalla Regione ha bisogno di essere rivisitata perchè, per ciò che riguarda  le BAT- le migliori tecnologie disponibili- sono conformate alle  linee guida italiane sulle migliori tecniche disponibili per lo specifico settore e risalgono al D.M. del 31 gennaio 2005 e non già  alla decisione di esecuzione della commissione europea del 28 febbraio 2012 e che stabilisce le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT) per la produzione di ferro e acciaio ai sensi della direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle emissioni industriali.
Il Ministero per l’Ambiente  sta andando a riscrivere, anche velocemente, la nuova a AIA per l’ILVA adeguandola alle suddette linee europee  previste   

Pio Abiusi Città Plurale-Matera