L’inquinamento ambientale lucano parla da solo

22 agosto 2012 | 17:39
Share0
L’inquinamento ambientale lucano parla da solo

Dati allarmanti giungono dall’Università di Bologna, dove il Dipartimento di Scienze e Tecniche Agroambientali (DISTA) ha analizzato campioni d’api provenienti dal Metapontino e risalenti all’anno 2009. Le quantità di pesticidi rinvenute sui corpi delle api lucane sono di 130 volte più elevate rispetto alla DL50 (Dose letale che indica la moria del 50% della popolazione di cavie a fronte di un’unica somministrazione del prodotto ) per quanto riguarda l’Imidacloprid, insetticida di ultima generazione e di largo utilizzo. Di 282 volte superiore alla DL50 è stata la quantità di Clothianidin, altro insetticida, e fino a 214 volte superiore i livelli di Thiamethoxam. I corpi della api presentavano un peso corporeo superiore di diverse decine di nanogrammi a causa dei residui fissi degli insetticidi. Gli studiosi hanno ipotizzato, tra le varie cause scatenanti la moria ed il disorientamento delle api, oltre all’eccessivo uso di tali sostanze anche la cattiva abitudine di effettuare i trattamenti fitosanitari durante la fioritura ( pratica illegale ). Purtroppo ci troviamo nella Regione dei muri di gomma, dove alle interrogazioni troppe volte non si risponde, menomando l’attività ispettiva del Consiglio Regionale. Il 3 luglio durante la seduta n.61 del Consiglio Regionale chiesi all’Assessore all’Agricoltura, Rosa Mastrosimone, di rispondere ad una mia interrogazione avente per oggetto la moria delle api in Basilicata. La risposta fu un’implicita ammissione di mancanza di monitoraggio sanitario da parte della Regione Basilicata, che conscia del problema ne ignorava le conseguenze. Lo stesso accadde nel consiglio regionale successivo, il 17 luglio, quando alla richiesta di informazioni circa la presenza di OGM nelle sementi lucane, l’Assessore Mastrosimone disse che l’ultimo controllo regionale risaliva al 2005 e si riferiva esclusivamente ai mangimi. Siamo all’anarchia ambientale, nonostante la selva di enti e consulenti non si monitora nulla di tutto ciò, l’ambiente è lasciato a sé e chi attenta alla salute pubblica sa di avere istituzioni indifferenti alle tematiche ambientali.
A cosa serve finanziare l’apicoltura se vi sono seri problemi ambientali? Come si può salvaguardare il prodotto biologico alla luce di questi dati? La Regione Basilicata è padrona del territorio oppure in alcune zone i rappresentanti delle aziende chimiche produttrici di insetticidi con la connivenza di alcuni coltivatori locali sono liberi di rilasciare nelle campagne dosaggi tossici di prodotti fitosanitari? Se non si tutela il diritto alla salute dei cittadini dove risiede la ratio delle Istituzioni? Presidente De Filippo, i cittadini comuni hanno bisogno di una comunicazione chiara ed aggiornata, con bollettini ed analisi ambientali disponibili e comprensibili: condizioni, a mio avviso, non garantite da un sito dell’ARPAB lacunoso e frammentario. Nell’ultimo anno sono stati pubblicati da differenti università straniere studi inerenti i collegamenti esistenti tra assunzione di fitofarmaci ed insorgenze di tumori e patologie neurodegenerative. Possiamo accettare che puntualmente dati ambientali attendibili giungano da fuori regione o da privati cittadini? Non possiamo inseguire puntualmente l’emergenza ma prevenirla oppure tra non molto dovremo istituire l’ennesima commissione d’inchiesta?

Mario Venezia, consigliere regionale Pdl