L’Eni non risponde alle domande scomode

22 agosto 2012 | 13:50
Share0
L’Eni non risponde alle domande scomode

Gli interrogativi degli ambientalisti  a seguito delle dichiarazioni dell’ingegner Tannoia sull’esistenza in Basilicata di una “mole di dati pubblici sui monitoraggi ambientali”

La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, e NoScorie Trisaia, richiedono a Giuseppe Tannoia, di rispondere alle 10 domande formulate una settimana fa e di non sfuggire alle responsabilità del suo ruolo. Tannoia, è responsabile per l’Eni dell’Europa meridionale, dunque è uno dei massimi dirigenti della società petrolifera italiana, pertanto è titolato a prendere decisioni e a dare risposte. Lo deve non alla Ola e a NoScorie, ma alla società civile lucana, che ha bisogno di 
sapere cosa accade all’interno del proprio sottosuolo, al proprio circuito dell’acqua e al rischio sismogenetico intrinseco alle attività estrattive, soprattutto in aree sismiche come la Basilicata.

La Ola e NoScorie si rendono conto che a Tannoia hanno rivolto domande molto scomode, ma le attività estrattive sono considerate invasive e cancerogene in ogni angolo del mondo, a maggior ragione lo possono essere in un’area antropica come la Basilicata che è ricca di bacini idrici di superficie e di profondità e dove l’Eni, la Shell, la Total e una decina di altre società minerarie minori, legate queste ultime ad aspiranti “petrolieri” lucani, si apprestano a perforare in altura, 
creando i presupposti per un inquinamento irreversibile delle sorgenti dei fiumi lucani. Agri in testa.

Tra l’altro, come denunciato dal professor Franco Ortolani al convegno tenutosi di recente a Grumento Nova, che ha registrato la vergognosa e inqualificabile assenza dei vertici del dipartimento ambiente della Regione, a partire dall’assessore Vilma Mazzocco, nonostante l’importanza del tema trattato e il ricco parterre di scienziati e ricercatori presenti, oltre a una necessità scientifica e a una sociale, esiste oggi anche una necessità legislativa che obbliga privati e pubblico a cercare di capire cosa accade con le attività estrattive nel sottosuolo lucano. Perché in questo campo, la conoscenza geologica ha fatto passi da gigante, mentre le normative che regolano le attività estrattive sono ferme, in Italia, ai tempi di Enrico Mattei.

Una necessità di capire che è dettata da civili regole di dovere di informazione, di tutela dell’ambiente e della salute umana, che, secondo la Ola e NoScorie (e anche secondo il prof Ortolani), non può prescindere da una reale moratoria di tutte le nuove attività minerarie (la moratoria evocata da Vito de Filippo nel 
maxi-emendamento è fasulla e sarà annullata dai Tar e dalla Consulta). Ad iniziare da quella pratica tutta italiana che nelle Via, Valutazione di impatto ambientale, obbligatorie e propedeutiche all’ottenimento dei permessi estrattivi, le società minerarie non allegano mai relazioni scientifiche internazionali, ma semplici relazioni e valutazioni personali di tecnici e specialisti. Dei quali, occorrerebbe poi sapere che rapporti mantengono o stipulano con le stesse società minerarie.

Qui di seguito le dieci domande che ripeteremo periodicamente fin quando il dottor Tannoia – che a Viggiano, durante la Copam del 2001 si fermò a tranquillizzare le famiglie di Viggiano che protestavano davanti alla sede del convegno, vietando però a Olachannel di riprendere ciò che stava affermando (affinché non fosse registrato?) -, non degnerà la società civile lucana di una sua esaudiente attenzione.

1 – La legge italiana tollera la presenza di inquinanti nei sedimenti 
di un bacino idrico?

2 – Se si rilevano idrocarburi nei sedimenti di un bacino idrico, può 
voler dire che galleggiano in quelle acque da almeno 10 anni?

3 – se la presenza di idrocarburi nel Pertusillo è così marcata lungo 
il versante delle attività minerarie della Val d’Agri, se la sente di 
escludere le respondabilità dell’Eni?

4 – perché l’Eni non consegna i piani ingegneristici dei pozzi ai 
comuni interessati dalle loro attività?

5 – può escludere che l’estrazione in altura, sotto i monti di Marsico 
Nuovo, non danneggerà le sorgenti del fiume Agri per intere 
generazioni umane, come da letteratura internazionale sui rischi delle 
perforazioni in altura e in presenza di sorgenti?

6 – esiste un nuovo progetto di raddoppio del centro olio e della 
sesta linea della cosiddetta Fase 3, senza la quale non sarebbe 
possibile portare a 130 mila barili al giorno l’attività di 
raffinazione del centro oli di Viggiano? E senza la sesta linea 
autorizzabile, potrebbero essere dichiarati nulli gli incrementi di 40 
mila barili al giorno nel centro oli di Viggiano (14 mila dai pozzi 
esistenti e 26 mila dai nuovi pozzi di Marsico Nuovo) dei famigerati 
accordi del ’98?

7 – La filiera del petrolio è cancerogena solo per gli scienziati 
internazionali, per gli americani e per lo Stato della California che 
ha varato la rigida “Proposition 65”, cui tutte le compagnie si devono 
attenere, o è cancerogena anche per i lucani?

8 – Cosa accade in tema di rischio sismico in area sismogenetica come 
la Val d’Agri, se togliamo dal sottosuolo ingenti quantitativi di 
petrolio, che ha un peso specifico più leggero dell’acqua, e 
reimmettiamo, come l’Eni sta facendo in Val d’Agri, acqua reflua di 
scarto di lavorazione, che non solo è altamente tossica (smaltimento 
improprio?), ma è immessa ad altissima pressione lungo le faglie 
sismiche e risulta più pesante del petrolio estratto?

9 – l’Usgs, United States Geological Survey, la rinomata agenzia 
scientifica del Governo americano, sta oggi studiando e ammettendo 
l’elevato rischio sismico determinato dalle attività estrattive. 
Ritiene giusto che l’ENI vada a realizzare un pozzo di reiniezione, 
come il Monte Alpi 9 or, lungo la faglia sismogenetica di Grumento Nova?

10 – Ritiene istituzionale il comportamento dell’Eni in merito a una 
intervista su un quotidiano locale a Carlo Doglioni fatta da un 
dirigente della Fondazione Mattei e poi fatta pubblicare come 
intervista di un giornalista, con tanto di firma (fasulla ?) del 
professionista? Intervista che l’eminente professore di geologia 
italiano ha disconosciuto nella forma e nei contenuti scientifici, 
denunciando il grave accaduto di disinformazione sul blog di Beppe 
Grillo e sulla pagina web della Ola. Non ritiene che sia un vergognoso 
tentativo di disinformare e tranquillizzare le genti di Basilicata?