La verità è che non si è abituati alla nudità dei fatti

26 agosto 2012 | 22:21
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La verità è che non si è abituati alla nudità dei fatti

Non esisteva, solo un anno fa, un giornale quotidiano online così vivo e partecipato qual è Basilicata24. Intorno ad un articolo, ad un editoriale, ad un intervento o  un’opinione, si scatenano dibattiti e risse. Molti cittadini esprimono pareri, considerazioni, critiche. Non raramente la Redazione o singoli giornalisti sono fatti oggetto di attacchi feroci da parte di persone che non digeriscono questo modo di fare giornalismo. Anche questi attacchi, che spesso assomigliano ad insulti, fanno parte di una libera dinamica partecipativa.  Si sente, però, una certa fatica delle persone ad accettare le critiche. Una fatica a conoscere i fatti e a trattarli con cognizione di causa. Si sente che l’esercizio dell’opinione critica ha bisogno di crescere ancora molto. Tuttavia le cose stanno migliorando. Ma occorre tempo in un territorio che, fino a poco più di dieci anni fa, neanche aveva una stampa locale e un mercato editoriale “interno”. A differenza di altre regioni, la Basilicata, non ha conosciuto né riconosciuto il grande valore dei giornali indigeni.  Qualcuno negli anni ha preferito mantenere la popolazione in uno stato di analfabetismo funzionale con un tasso tra i più alti del Mezzogiorno. Ha preferito informare attraverso mezzi di fortuna e secondo le convenienze di una certa politica. Il risultato è che oggi un’opinione pubblica qualificata fa fatica a venire a galla. E quando trova spazi per emergere ed espandersi deve difendersi dal dominio spudorato di un’editoria che ha generato sensi unici e divieti di accesso. C’è gente che reagisce con sospetto e disprezzo verso un giornalismo apparentemente anomalo come quello che fa Basilicata24. Insolente, sopra le righe, incontrollabile e a tratti “sconsiderato”. La verità è che non si è abituati alla nudità dei fatti.  La gente parla, commenta, scrive, pensa e noi pubblichiamo. Loro informano e noi veicoliamo quell’informazione. Diamo voce a chi non ce l’ha. I politici hanno molti altri mezzi. Tanti e potenti. Nonostante tutto possono anche usare il nostro giornale per replicare alle presunte vere o false informazioni fornite dai cittadini. Non è giornalismo questo? Per certi poteri il giornalismo è quella specie di non intervista pubblicata su un quotidiano dall’assessore Marcello Pittella. Non era un’intervista, ma un monologo. Eppure l’uomo politico l’ha chiamata intervista. Lapsus o ignoranza? Per certi poteri i giornali dovrebbero  passare le informazioni a senso unico senza che i cittadini abbiano la possibilità di replicare. E’ ridicolo quando ci accusano di scarso approfondimento. Il rimprovero arriva sempre nel momento in cui facciamo parlare i cittadini. I politici scrivono quello che vogliono su tutti i giornali che hanno a disposizione. Questo è normale, per loro. Ma se  provi a criticarli sei accusato di superficialità. La Basilicata ha bisogno di un’opinione pubblica all’altezza dei tempi. Moderna, informata, vivace, impertinente, coraggiosa. Un’opinione pubblica che azzarda è meglio di  un’opinione pubblica che tace. L’editoria locale dovrebbe favorire questi percorsi se davvero desidera un cambiamento. Purtroppo viviamo situazioni post unitarie. I soliti mille personaggi che se la scrivono e se la leggono. Un’illusione ottica che coinvolge anche i cittadini i quali credono davvero che certi fogli stampati sono più letti e più autorevoli di un giornale on line. Illusione.  Intanto assistiamo a testate che sanno fare bene il mestiere a cappello nei palazzi del potere.