Jesce, dopo 21 anni irrisolto il problema dell’inquinamento

4 agosto 2012 | 12:13
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Jesce, dopo 21 anni irrisolto il problema dell’inquinamento

Articolo estratto dal settimanale Basilicata24 in edicola da sabato 4 agosto a venerdì 10 a firma di Nino Sangerardi

Inquinamento a cielo aperto.. Ultimamente la Regione Basilicata s’accorge che il problema è da risolvere. L’ex assessore regionale all’Ambiente, Agatino Mancusi, conferma che l’origine dell’ammorbamento dei torrenti materani jesce e gravina è in Puglia.

Pertanto chiede urgente incontro all’assessore all’Ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, per addivenire a una soluzione della questione idrico-fluviale. Pierfrancesco Pelecchia, presidente del Parco regionale Murgia materana, stante la perdurante inerzia istituzionale, rilancia l’allarme-appello sia alla Regione Puglia sia a quella di Basilicata e dice: “ Avete il dovere di intervenire immediatamente visto l’inquinamento del torrente Jesce causato dal non funzionamento del depuratore di Altamura”.

PROGETTI CHE VERRANNO, INQUINAMENTO CHE RIMANE. Gli accertamenti sui due corsi d’acqua certificano che “… il torrente Gravina di Matera a monte della confluenza con il torrente Jesce presenta valori di inquinanti al di sotto dei limiti mentre a valle della confluenza vede gli stessi valori schizzare oltre i limiti, risultando inquinato”. Identica situazione perl torrente Gravina di Picciano. Di qui la constatazione che gli apporti inquinanti provengono dalle zone pugliesi. Si ha che Matera è colpita dal degrado ambientale stante l’accerchiamento delle fiumane che scaturiscono dalle Puglie: da Altamura e da Gravina.

Nel corso degli ultimi 10 anni si sono registrate manifestazioni, esposti alle autorità giudiziarie,petizioni della società civile materana per richiamare l’attenzione politica e non sull’inquinamento di jesce e gravina. Pochi mesi fa c’è stato il sit-in dimostrativo realizzato ad Altamura da esponenti del Parco regionale chiese rupestri di Matera, compagini ambientaliste come Fai,Movimento azzurro,Italia Nostra. Prima tappa dell’avvenimento il depuratore di Altamura che si trova in contrada Sgarrone strada per Santeramo in Colle il quale “ … scarica acque non depurate nel torrente Jesce”.Poi il corteo si è spostato innanzi al municipio della città di FedericoII dove è stato issato lo striscione “ Noi vi diamo acqua. Per favore,non ci scaricate fogna”. La delegazione è stata ricevuta dal sindaco Stacca il quale ha detto: “ Le lamentele dei cittadini di Matera sono sacrosante dal momento che noi per primi subiamo le conseguenze dell’inquinamento. Siamo i vostri primi alleati. Le nostre iniziative intraprese sin dal 2005 sono state numerose fino a interessare tutte le autorità finanche quella giudiziaria. Un risultato l’abbiamo ottenuto: ampliare e adeguare la capacità del depuratore. Siamo pronti a intraprendere insieme a voi altre iniziative”. Si rimembra che a luglio 2007 il sindaco di Altamura Mario Stacca scrive alla Regione Puglia e chiede la costruzione di una nuova struttura per il conferimento dei liquami al depuratore comunale, in parallelo con quella esistente, lunghezza 3.550 metri. In merito, l’assessorato regionale all’Ecologia esprime parere negativo e suggerisce un tracciato alternativo più ravvicinato alla città. L’8 aprile 2008 il sindaco Stacca propone il riesame del progetto denominato “ampliamento collettore sud di Altamura” perchè quello esistente è insufficiente alla portata giornaliera di liquami con conseguenze negative inerenti la funzionalità del depuratore. Una diversa allocazione del tracciato comporterebbe opere che contrastano con l’habitat murgiano e notevole spesa monetaria. Fra l’altro non sarebbe praticabile visto il progetto dell’Anas di raddoppio dell’asse stradale statale n. 96 e n.99.

L’IMPIANTO DISINQUINANTE. Durante l’anno 2009 per mettere a regime l’impianto disinquinante altamurano–infrastruttura biologica che risponde ai limiti della tabella n.4,quella più restrittiva e cautelativa– sono stati appostati dalla Regione Puglia 10 milioni di euro. Operazione sembra affidata alla società Pura srl.I lavori sono stati portati a termine? Niente di evidenza pubblica esiste. A giudizio delle associazioni ambientaliste lucane ( Brio, Città Plurale, Fai, Materazione, Movimento Azzurro, Lgeambiente, Wwf, Mutamento a Mezzogiorno) nel mezzo dell’autunno 2011 il Governatore Nichi Vendola ha chiesto chiarimenti circa lo stato di funzionamento del depuratore di Altamura. La risposta della società Pura srl( facente parte dell’Acquedotto Pugliese, struttura a totale gestione monetaria e manageriale della Regione Puglia, dopo aver acquisito il 12% del capitale dal socio Regione Basilicata),che gestisce i depuratori d’Apulia sarebbe stata “ è tutto a posto”. Il 20 gennaio 2012 a Bari si è tenuto l’incontro tra rappresentanti delle Regioni Puglia e Basilicata, Arpab di Puglia e Basilicata, la Provincia di Matera. Sono stati analizzati i dati riferiti alle prime verifiche concordate nella riunione del 17 novembre 2011. E’ emerso che gli scarichi dei depuratori di Altamura Gravina e Matera non presentano in media “ valori oltre i limiti ricompresi dalle norme sulle attività di depurazione e comunque riconducibile al fenomeno oggetto d’indagine”. Da una prima indagine, svolta dalla Provincia di Matera, è scaturito che alcune aziende zootecniche e frantoi oleari si sono resi protagonisti di irregolarità di sversamento nei corpi idrici di residui lavorativi. Nella riunione è stato deliberato di mettere in opera un Piano di campionamento (da effettuare tramite le agenzie regionali per la protezione dell’ambiente: Arpab) sia dei corsi d’acqua che di tutti gli scarichi.

TAVOLI TECNICI, PARERI E SOLITE SPERANZE. Il 20 aprile scorso a Matera si è celebrato ulteriore “tavolo tecnico permanente a cui hanno partecipato l’assessore alle Opere Pubbliche della Regione Puglia Fabiano Amati, l’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata Wilma Mazzocco, l’assessore all’Ambiente della Provincia di Matera Nicola Bonelli. Assente la Provincia di Bari. La Regione Basilicata, in una nota, ribadisce che il funzionamento dei depuratori lucani—sulla base dei dati dell’Arpab e dell’Aquedotto lucano—“è sostanzialmente adeguato e caratterizzato da un grado di efficienza medio alta”. Sfogliando il verbale del 3 maggio 2012 sottoscritto da Arpa (agenzia regionale protezione ambiente) Puglia e Arpab Basilicata, Acquedotto pugliese, Provincia di Matera, dopo relativo sopralluogo con oggetto la fiumana Jesce si legge: “Dalla visione delle analisi effettuate sui campioni prelevati dal depuratore sito in contrada Sgarrane di Altamura, si evince un sostanziale buon funzionamento dello stesso a meno di qualche lieve superamento di valori limite previsti per quanto riguarda i tensioattivi amionici e l’azoto totale. Sostanziale rispetto anche dei limiti tabellari imposti dalla norma per lo scarico prodotto”. Diversa invece la situazione che si riscontra tra il percorso a valle del depuratore altamurano fino al confine con la provincia di Matera. Si ha quanto segue: “…. Rilevante è il superamento dei valori transattivi,di azoto,fosforo che lasciano presupporre nuove immissioni dei reflui nel tratto che va dal depuratore al confine tra la provincia di Bari e la provincia di Matera. Le cause di un così pronunciato inquinamento sono sicuramente da ricercarsi in probabili scarichi abusivi puntuali di natura domestica,agricola,nonché industriale…”.

Quanti altri anni occorrono per vedere azzerato l’inquinamento del torrente Jesce?