Ilva, si apre nuovo filone d’inchiesta

16 agosto 2012 | 09:33
Share0
Ilva, si apre nuovo filone d’inchiesta

Comincia stamani alle dieci l’ultima tranche di scioperi indetta da Fim Cisl e Uilm per scongiurare la chiusura dell’Ilva di Taranto dopo il provvedimento di sequestro. Due saranno le ore di astensione dal lavoro e sino a mezzogiorno e’ possibile il blocco della statale Appia in prossimità dello stabilimento siderurgico La Fiom Cgil non aderisce allo sciopero ritenendo ingiusto protestare contro la magistratura. La protesta di oggi coinvolgerà il “cuore” dello stabilimento, ovvero gli altoforni e l’acciaieria che costituiscono l’area a caldo messa sotto sequestro dal gip Patrizia Todisco con un’ordinanza firmata lo scorso 25 luglio, e l’area della laminazione, da dove escono i prodotti finiti.
  Lunedì e martedì scorsi avevano invece scioperato altre aree del siderurgico. La protesta era partita lunedi’, all’indomani degli ultimi provvedimenti del gip – venerdì e sabato scorsi – con i quali e’ stato detto che il sequestro dell’Ilva non contempla la facoltà d’uso produttiva, si sono rivisti i compiti dei custodi giudiziali e si e’ revocata la nomina a custode del presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante. Contro questi ultimi provvedimenti del gip l’Ilva ha fatto ricorso al Riesame e alla vigilia di Ferragosto i relativi atti son stati consegnati dallo stesso Ferrante al Tribunale di Taranto.
  Se l’area a caldo è stata messa sotto sequestro con l’accusa di disastro ambientale e per questo reato sono ancora agli arresti domiciliari gli ex presidenti dell’Ilva, Emilio e Nicola Riva (figlio di Emilio) e l’ex direttore del siderurgico di Taranto, Luigi Capogrosso, mentre sono tornati in liberà altri cinque indagati, c’è però un altro filone di indagine aperto dalla Procura di Taranto e riguarda il ruolo che un ex consulente dell’Ilva, Girolamo Archinà, mandato via da Ferrante nei giorni scorsi, e membri della famiglia Riva avrebbero avuto alfine di orientare a proprio favore le ispezioni e le relazioni delle pubbliche amministrazioni sul rilascio all’Ilva dell’Autorizzazione integrata ambientale – una vera e propria autorizzazione – concessa all’azienda il 4 agosto dello scorso anno. Da una serie di intercettazioni depositate dalla Guardia di Finanza in Procura – ma in proposito l’inchiesta e’ ancora in una fase iniziale – emerge che Archinà e Fabio Riva – figlio di Emilio e vice presidente del gruppo Riva – avrebbero fatto pressioni su Regione, Arpa Puglia e organi ministeriali affinché l’Ilva non venisse penalizzata, i controlli ambientali “ammorbiditi” e gli stessi dati sulle emissioni inquinanti ridimensionati e sfumati. Nell’indagine sarebbe anche coinvolto un perito nominato anni addietro dalla Procura come consulente in un’inchiesta sull’inquinamento (il docente universitario Lorenzo Liberti, già preside di Ingegneria nella sede di Taranto del Politecnico di Bari). Su questo secondo filone di inchiesta indaga il sostituto procuratore Remo Epifani – mentre l’inchiesta sull’inquinamento è affidata al pool guidato dal procuratore Franco Sebastio – e ci sono quattro persone indagate per concorso in corruzione in atto giudiziari. La Procura ha usato parte di queste intercettazioni nelle due udienze al Tribunale del Riesame di giorni addietro, dove si e’ discusso del ricorso dell’Ilva contro l’ordinanza del gip Todisco del 25 luglio. Il deposito di queste intercettazioni e’ stato fatto dall’accusa per evidenziare come gli indagati andassero confermati agli arresti domiciliari in quanto dotati di un potere condizionante sulle pubbliche amministrazioni.
  Domani, intanto, saranno a Taranto in Prefettura i ministri dello Sviluppo economico, Corrado Passera, e dell’Ambiente, Corrado Clini, che in Prefettura a partire dalle 11.30 incontreranno i rappresentanti della Regione Puglia, delle amministrazioni locali di Taranto e dell’Autorità portuale. A seguire, nella tarda mattinata, l’Ilva e nel primo pomeriggio Confindustria e sindacati confederali. Particolari misure di sicurezza saranno disposte nei pressi della Prefettura. Dalle 8.30 di domani infine muoverà da piazza Castello, la piazza del Municipio, il corteo promosso dal movimento “Cittadini liberi e pensanti” che si schiera dalla parte del giudice Todisco. Il movimento è lo stesso che il 2 agosto scorso irruppe in piazza della Vittoria a Taranto interrompendo la manifestazione sindacale sull’Ilva e sull’ambiente alla quale erano presenti i leader Camusso, Bonanni e Angeletti. Al corteo di domani hanno già dato l’adesione altri movimenti ambientalisti come Peacelink di Alessandro Marescotti e “Donne per Taranto” che alle ultime elezioni comunali si e’ schierata per il candidato sindaco Angelo Bonelli, leader dei Verdi, e in quell’occasione a capo di uno schieramento ambientalista costituito da sei liste. Bonelli, che non è riuscito ad arrivare al ballottaggio (Taranto ha riconfermato sindaco Ezio Stefano di centrosinistra), attualmenteè consigliere comunale a Taranto. (Fonte AGI.it)