Grave situazione del sistema penitenziario

19 agosto 2012 | 10:58
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Grave situazione del sistema penitenziario

Assumiamo da anticipazioni di stampa, l’intento dichiarato dal Presidente Monti di collocare nell’agenda del Governo la situazione del sistema penitenziario. Tale intento non può non suscitare un nostro diretto interesse considerato che il premier, quindi il Governo, abbia intenzione di focalizzare l’attenzione al dramma quotidiano che ogni giorno si consuma all’interno delle nostre prigioni Un dramma che si alimenta di condizioni degradate della gran parte delle strutture penitenziarie; di spazi ristretti che comprimono sinanche la libertà di movimento; di un diritto alla salute praticamente calpestato; di ozio forzato; di violenza e di morte. Gli stessi operatori penitenziari, polizia penitenziaria in primis, sono impediti a raggiungere quegli alti obiettivi che la Costituzione assegna al sistema dell’esecuzione penale. Ma è solo grazie a quest’ultimi, voglio dirlo forte e chiaro, che il sistema non è ancora collassato e le prigioni non hanno deflagrato. Ogni impegno, però, dovrebbe far conseguire atti concreti. Purtroppo da anni, sul fronte penitenziario, nulla si muove. Solo il coraggioso atto del Governo Prodi, con il varo dell’indulto, ha rappresentato, parzialmente, un momento di sollievo alle insostenibilità delle criticità che oberavano allora, come ora, l’universo carcere. Purtroppo l’incapacità della politica di approvare riforme strutturali, in parallelo con l’indulto, ha fatto precipitare, in breve tempo, la situazione sino a portarla sull’orlo del collasso totale.
Noi continuiamo a pensare che gli oltre 66mila detenuti in luogo dei 42800 posti disponibili; i 36 suicidi in cella, verificatisi, in questi primi sette mesi del 2012 , i circa 500 tentati suicidi (con oltre 90 vite salvate in extremis dalla polizia penitenziaria); i 187 agenti penitenziari feriti a seguito di aggressioni; i tantissimi atti di autolesionismo e i troppi episodi di violenza tra detenuti rappresentino la realtà, non solo iconografica, di quella vergogna dell’Italia in Europa cui ha fatto cenno il Presidente Napolitano oltre un anno fa.
Il nostro timore è, dunque, che le parole del Presidente Monti possano collocarsi nell’ambito delle mere buone intenzioni cui quasi mai seguono i fatti.
Non è peregrino chiedersi, quindi, per quale motivo questa consapevolezza del disastro penitenziario da parte del Governo abbiano comunque indotto l’Esecutivo a varare norme che tagliano i fondi alle carceri, impediscono le assunzioni dei poliziotti penitenziari ( i cui organici risultano già penalizzati di oltre 7mila unità) e riducono il personale addetto alla rieducazione ed alla risocializzazione. Queste palesi contraddizioni ci portano a pensare che le parole di Monti, che leggeremo con attenzione, possano rivelarsi come i pronunciamenti del Presidente Napolitano : incisive nei termini, inutili negli effetti.

Eugenio Sarno – Segretario generale Uil Pa Penitenziari