De Filippo, il camaleonte che cambia colore ma non la pelle

4 agosto 2012 | 14:25
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De Filippo, il camaleonte che cambia colore ma non la pelle

Immaginate una regione che ha consegnato metà del territorio nelle mani di petrolieri e uomini d’affari. Immaginate i dirigenti di questa regione che occultano dati sull’inquinamento e trattano con superficialità situazioni drammatiche quali La Fenice, la zona industriale di Tito Scalo, la Val Basento, il lago del Pertusillo e via dicendo. Immaginate una classe dirigente che ha dato permessi di esplorazione e coltivazione di idrocarburi a chiunque. Immaginate questa stessa classe dirigente incapace di attuare un Piano rifiuti, ma capace di alimentare continuamente il sistema delle discariche. Immaginate tutto questo e avrete cognizione di che cos’è la Politica del disastro. Scusate se metto sotto sforzo la vostra fantasia, ma dovete ancora immaginare. Immaginate una Regione che non ha un registro tumori, che non ha mai avuto un centro di monitoraggio ambientale degno di questo nome, che sputa dati ufficiali continuamente contraddetti da dati ufficiosi. Che istituisce tavoli e commissioni, task force e comitati inutili e fastidiosi come il cavolo a merenda. Immaginate anche questo e avrete la sensazione che qualcosa non torna. Immaginate anni di sprechi e di novelli dispensatori di prebende, anni di sperpero del denaro pubblico, di spartizioni senza pudore. Immaginate tutto questo e potrete finalmente tirare le somme per avere risposte a qualche domanda. Chi ha avuto in passato ruoli di responsabilità nel sistema di potere della Basilicata, deve spiegare perché oggi propone tagli e riduzioni di spesa pubblica, perché propone due autisti anziché quattro, perché accetta di dismettere il parco autovetture della Regione. Prima non si poteva? Prima non si potevano ridurre i rimborsi della benzina ai consiglieri regionali? Prima non si poteva tagliare? E soprattutto, quando si era ancora in tempo per evitare disastri non si potevano negare i permessi alle industrie petrolifere? Non si potevano pretendere con forza il rispetto dell’ambiente e della salute delle persone? Ancor prima, non si poteva evitare di utilizzare le risorse dell’Unione Europea per finanziare corsi di formazione inutili che nulla hanno aggiunto al valore del capitale umano del territorio? Oggi il presidente della Regione Basilicata dichiara che non verrà rilasciata alcuna intesa per nuovi titoli minerari. Troppo tardi. Possiamo spiegarci questo apparente cambio di rotta in almeno tre modi. 1. “Non ci sono più buchi disponibili, è finita, prendete quello che avete, accontentatevi e cercate di fare pochi danni”. 2. “L’onda ambientalista è diventata troppo forte, si rischia uno tzunami, meglio correre ai ripari, tanto abbiamo già dato quanto ci hanno chiesto, e poi sappiamo bene che ormai su questa materia contiamo quanto un fico secco. Diamo una stoccata mediatica e di immagine. Le elezioni sono alle porte”. 3. Non hanno mantenuto i patti, gli accordi erano altri, ma vedo passi indietro pericolosi, adesso gli lanciamo un messaggio chiaro, vediamo se tornano a ragionare sulle promesse. Io devo avere un incarico di governo nazionale.” E’ evidente che De Filippo non è credibile, è scritto nella sua storia politica di questi anni. E’ come un camaleonte che cambia colore ma non la pelle. Se dice o fa qualcosa, lo dice e lo fa per scopi esclusivamente legati alla sua carriera. Qui nessuno è fesso. Fatti concreti, non dichiarazioni o emendamenti.