Viti e lo 0971, evviva la polemica!

10 luglio 2012 | 19:51
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Viti e lo 0971, evviva la polemica!

Due le polemiche di attualità, sullo scenario potentino e lucano, la storia dell’assessore Viti e quella del bar 0971.

La vicenda dell’assessore Viti non smette di fare notizia. Questi, oltre a svolgere le funzioni di assessore della regione Basilicata, è anche consigliere-consulente del senatore a Vita Emilio Colombo, attività per la quale percepisce un appannaggio pubblico pari a un bello stipendio. Al di là della giustificazione, misera invero, offerta da Viti, e cioè sulla necessità di onorare le rate di un mutuo, varrebbe la pena di chiedersi in cosa consista l’attività di consulente in favore del senatore Colombo. Se, infatti, questa attività di consulenza produce un significativo risultato e non limita l’attività di assessore, potremmo addirittura spingerci a chiedere un aumento dell’appannaggio per cotanto indefesso lavoratore. Immaginiamo, per esempio, che, nottetempo, Viti rediga pareri che arricchiscono l’attività politica di Colombo, facendo del bene all’Italia, ebbene 2.500 euro sarebbero davvero pochini. Se invece Viti per il senatore a vita non fa niente, ebbene si potrebbe chiedere a Colombo a che gioco sta giocando, e perché lo fa con i soldi degli italiani e non con i propri. Nessuno, però, pare abbia fatto questa domanda a Colombo o a Viti, e se è stata fatta nessuno ha pensato bene di rispondere. Né alcun giornalista ha pensato di indagare a riguardo. La polemica, però, infuria, e ognuno dice la sua, criticando o elogiando i due consiglieri del pdl che hanno sollevato il caso. Chiederei una pausa alla polemica, ponendo la domanda indicata dianzi, pretendendo una risposta, e riaprendo, poi, il discorso. In fondo agli italiani tocca sapere come vengono spesi i loro soldi, compresi quelli che fa spendere Colombo, che, a dispetto dell’età, pare abbia ancora bisogno di consulenze. Monti, poi, potrà anche dirci se, con le ipotizzate operazioni di tagli, non sia il caso di evitare le consulenze ai senatori ove non produttive, inutili ecc. ecc.

Altra polemica è quella del locale di Potenza “0971”. Tantissimi giovani lo frequentano, ma quando lo fanno in orari notturni provocano le ire dei residenti che non riescono a conciliare il sonno con il baccano che proviene dalla strada. Chi si occupa di politica approfitta della situazione per scagliarsi contro il sindaco, incapace di dare ai giovani spazi di aggregazione (e che saranno mai) e di spendere poco per le politiche giovanili. Credo che il problema sia altrove. E cioè come conciliare l’attività imprenditoriale e i diritti dei cittadini residenti. Forse basterebbe davvero un nulla, e, cioè, non esagerare negli schiamazzi, stopparli comunque a un certo orario, più elastico al fine settimana, e da parte dei residenti essere un po’ più tolleranti. Ogni forma di aggregazione è positiva, ma mai se si eccede. Il codice civile è chiaro e ancora attuale, perbacco. E poi che c’entra il sindaco in questa vicenda? Non è mai cosa buona strumentalizzare ogni vicenda per perseguire i propri scopi e le proprie battaglie politiche.

Magari ne sorgessero tanti altri di “0971”, senza enfasi, però, in fondo è solo un bar, e senza penalizzare cocciutamente nessuno. Anche i residenti hanno diritti, ma, in una comunità civile, si trova facilmente un punto di mediazione. E se non si trova vuol dire che la comunità tanto civile forse non lo è.