Usura al galoppo. A rischio 3 milioni di famiglie e 2,5 milioni di piccole imprese

21 luglio 2012 | 12:31
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Usura al galoppo. A rischio 3 milioni di famiglie e 2,5 milioni di piccole imprese

I dati sono di Krls (Network of Business Ethics) e saranno pubblicati prossimamente su Contribuenti.it il Magazine dell’Associazione Contribuenti Italiani. In Italia nel 2012 sono a rischio d’usura 3.130.000 famiglie A rischio anche  2.550.000 piccoli imprenditori – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani -. Ad giugno 2012 il debito medio delle famiglie italiane ha raggiunto la cifra di 43.500 euro, mentre quello dei piccoli imprenditori ha raggiunto il tetto dei 64.700 euro». I dati evidenziano il primo posto della Campania con +183,8%. Seguono Calabria + 179,4%, Liguria +175,5%, Valle d’Aosta +169,3%, Toscana +167,8%, Sicilia +167,4%, Lombardia +164,7%, Piemonte +160,8%, Abruzzo +157,3%, Puglia +156,4%, Emilia Romagna +154,5%, Veneto +153,7%, Lazio +152,7%, Liguria +152,6%, Friuli V-Giulia +152,5%, Umbria +151,8%, Trentino-A.Adige +151,6%, Sardegna +151,6%, Basilicata+150,8%, Marche +149,7% e Molise +148,6%«. »L’aggressione al patrimonio familiare da parte delle esattorie, dei compra oro, e dei giochi d’azzardo, i tassi d’interesse stratosferici applicati dalle banche italiane, l’aumento delle tasse sul consumo – continua Carlomagno – stanno trascinando migliaia di famiglie e piccole imprese nelle mani di spregiudicati usurai«. Contribuenti.it chiede urgentemente al governo »di sostenere le imprese e le famiglie italiane mediante una adeguata campagna di informazione contro le banche che applicano tassi d’interesse stratosferici, di ridurre gli interessi esattoriali all’1%, di sospendere la riscossione delle imposte nei confronti di tutti coloro che sono assistiti dalle benemerite Fondazioni Antiusura o che hanno perso il lavoro negli ultimi anni, di bloccare il gioco di azzardo legalizzato e le aperture indiscriminate dei compra oro in tutti i centri storici delle città e, soprattutto, di riformare urgentemente il fisco, accorpando la funzione di accertamento e riscossione direttamente in testa al Ministero dell’Economia e delle Finanze, che metta al centro dell’azione la trasparenza, equità ed imparzialità, abbandonando per sempre la logica del profitto. (Fonte Ansa)