Ticket, a noi hanno sbattuto in faccia la porta della concertazione

14 luglio 2012 | 17:04
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Ticket, a noi hanno sbattuto in faccia la porta della concertazione

“L’annuncio, che auspichiamo questa volta sia ufficiale e definitivo, della rimodulazione dei ticket sanitari non può che farci piacere ma, come Comitato di Crisi, composto da operatori delle strutture sanitarie private, che ha raccolto 13mila firme di lucani contro i ticket, poniamo due questioni, una di metodo e l’altra di merito”. A sostenerlo è il portavoce del Comitato di Crisi Michele Cataldi (Sanità Futura) precisando che dalla concertazione promossa dall’Assessore Martorano, ancora ad oggi, è stato inspiegabilmente escluso proprio il Comitato che ha tenuto per mesi iniziative su tutto il territorio regionale raccogliendo 13mila firme di sostegno alla battaglia messa in campo. Una discriminazione ancor più ingiustificata – aggiunge Cataldi – se si fa riferimento all’ordine del giorno del Consiglio Regionale della Basilicata di martedì 17 luglio prossimo che prevede l’esame di una proposta di legge di iniziativa popolare su “modifiche alla legge regionale n.38 del 29 ottobre 2002 – Testo unico in materia di indennità di carica, di funzione, di rimborso spese, di fine mandato e di assegno vitalizio spettanti ai consiglieri regionali”. Vale a dire ad un comitato che ha raccolto qualche migliaio di firme si consente, giustamente, di presentare la propria iniziativa popolare e a noi invece si chiude la porta in faccia della concertazione, limitandola a Cgil, Cisl, Uil, che con tutto il rispetto non hanno la “rappresentanza universale della società civile lucana”. E in questo non si può sottacere il ruolo del Presidente del Consiglio Regionale Folino al quale abbiamo consegnato le firme e dal quale in un incontro ufficiale avevamo avuto l’impegno a “darne uno sbocco di carattere istituzionale” con la trasmissione alla competente commissione, adempimenti di cui non abbiamo traccia.
Cataldi ricorda che dopo il primo incontro con il direttore generale del Dipartimento Salute Tripaldi sulla rimodulazione del ticket sulla sanità ambulatoriale e specialistica si è ancora in attesa di un secondo step e di una indispensabile collaborazione con gli uffici per la rielaborazione dei dati che conduca ad un ticket il più possibile “neutro” rispetto ai bisogni di cure e alla depressione economica in atto. Sulla prima fase di attuazione del ticket, ci sono state fornite alcune tabelle incomplete ma non c’è stata mai consegnata una proposta ufficiale, contenente quei principi di equità e di tutela del diritto alla salute che devono essere i cardini su cui contare per il superamento dell’attuale situazione.

A parere di Cataldi il metodo dell’ Indicatore della Situazione Economica Equivalente, individuato dal Consiglio, è l’unico in grado di garantire equità a differenza invece di quello in vigore che prende in considerazione il costo della prestazione erogata. È anche l’unico che ci avvicina a regioni come Toscana ed Emilia Romagna che, quelle si, potrebbero vantarsi tutti i giorni del proprio Servizio Sanitario. Risottoponiamo quindi la questione della disparità di trattamento: tra lucani, da una parte, pugliesi, emiliani, toscani, umbri, dall’altra, come elemento simbolicamente e tecnicamente rappresentativo di un problema di costituzionalità che anche in Basilicata ha preso forma con questo ticket.  Quella che sosteniamo è una questione di sostanziale pericolosità anche sotto il profilo socio-economico: per la flessione dei volumi di lavoro delle nostre piccole imprese, per l’abbassamento dei livelli di prevenzione, per la tenuta dei posti di lavoro, per i percorsi di accesso inappropriati (indotti onde evitare il pagamento di un ticket più caro), per la penalizzazione sui saldi di mobilità interregionale.
Come abbiamo detto all’Assessore Martorano nell’unico incontro sinora “concesso” alle associazioni delle strutture della sanità privata – sottolinea ancora Cataldi – nell’attuale fase di ristrettezza economica tutti dovremmo sentire il dovere di ottimizzare gli sforzi evitando l’errore di tagliare in modo indiscriminato ma anzi scegliendo di investire nei punti di efficienza soprattutto se tali scelte attengono più ad una questione di rimodulazione delle regole che non all’impatto sulla spesa pubblica, che sarebbe minimo. Le strutture della sanità privata non si tirano indietro, lo stanno chiedendo da tempo, chiedono però condivisione piena dei percorsi da individuare e questo dei ticket è sicuramente il banco di prova più importante per praticare il “curarsi meglio e non il curarsi meno”, tanto più che come segnala il Censis non meno di 60mila lucani rinunciano a curarsi perché non sono in grado di sostenere i costi.