Piano salute, “non è cambiato nulla”

27 luglio 2012 | 17:42
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Piano salute, “non è cambiato nulla”

Continua a suscitare polemiche l’approvazione del nuovo Piano Sanitario della Regione BasilicataL’approvazione del Piano della Salute, che noi avevamo chiesto fosse rinviata per dare la possibilità di un supplemento di confronto e di approfondimento anche con le organizzazioni della sanità privata, lascia intatte tutte le questioni che abbiamo più volte sollevato sia a tutela del diritto effettivo alla salute da parte di tutti i cittadini che in riferimento alla programmazione di prestazioni e servizi delle  strutture private e pertanto di attività di impresa che realizzano circa 600 posti di lavoro. Il dibattito politico, come dichiarazioni e comunicati politici successivi, hanno ulteriormente testimoniato che la politica lucana è ancora molto distante dalle problematiche vere che vive il sistema sanitario regionale che continua a risentire negativamente della fase di incertezza non solo dovuta alla spending review e alla politica di tagli nazionali.
Viviamo, nello specifico del pianeta lucano della sanità, un’autentica confusione normativa in materia di autorizzazioni e accreditamenti che sfocia nella possibilità, riservata solo ad alcuni soggetti, di erogare prestazioni sanitarie senza essere in possesso né di autorizzazione né tanto meno di accreditamento. Ancora, i procedimenti di autorizzazione, per l’apertura di strutture che volessero erogare esclusivamente in via privata, sono in realtà bloccati non si sa bene perchè. Per non parlare dell’assoluta inesistenza di previsione normativa inerente l’innovazione tecnologica (telemedicina, ICT) e le nuove possibilità di territorialità mobile per l’erogazione di prestazioni ambulatoriali (Health Caravan).  Eppure quella di assicurare una reale, sana ed efficace competizione tra le strutture esistenti è una ricetta tanto semplice quanto per niente attuata, eppure lo imporrebbe la legge ma soprattutto lo impone il buon senso. Ogni sistema, come ogni persona, ha una capacità intrinseca di generare nuove risorse se stimolato ad operare in un contesto di sana competitività. Gli effetti positivi sarebbero altrettanto semplici nel settore della salute pubblica: la maggiore distribuzione territoriale,  il miglioramento dei servizi erogati, la creazione di nuovi posti di lavoro, la diminuzione del saldo passivo verso le altre regioni.
In sintesi, i problemi che questo Piano non risolve: indagine sugli sprechi e azioni conseguenti; censimento del contenzioso (tra dipendenti e SSN, tra Pazienti e SSN, tra fornitori e SNN, tra strutture e SSN) con conseguenti azioni per la sua riduzione; scommessa sull’azzeramento del saldo di mobilità passiva (accreditamenti di confine e contratti di missione); definizione della rimodulazione dei ticket (per noi solo sulla base del reddito Isee); introduzione delle più innovative modalità di assistenza ambulatoriale per le patologie sociali e croniche (Prestazioni Ambulatoriali Coordinate, Day Service, per i diabetici, gli ipertesi, etc…);i mplementazione di nuove forme di cofinanziamento del SSR con le energie alternative, con la raccolta pubblicitaria, con la rigenerazione delle attrezzature medicali in luogo dello smaltimento speciale, etc; esternalizzazione delle prestazioni sanitarie in ADI attraverso le strutture private accreditate; recepimento delle linee guida sulla riabilitazione rimarcando il diritto di libera scelta del luogo di cura da parte del cittadino.
Noi continuiamo a credere nel confronto e nella concertazione se non fosse perché sia il Governatore che l’Assessore Martorano ne hanno fatto abbondante riferimento riconoscendo che il Piano è una cosiddetta “cornice” e per questa ragione siamo disponibili, con i “pennelli più adatti” (idee innovative) e i “colori più appropriati” (proposte concrete), a “dipingere il quadro”.

Michele Cataldi Presidente Sanità Futura