L’Arpab spieghi cosa sversano in mare le idrovore

20 luglio 2012 | 13:04
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L’Arpab spieghi cosa sversano in mare le idrovore

La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, in relazione ai liquami di fogna segnalati dai cittadini di Metaponto nel canale dell’idrovora, stigmatizza l’ennesima espressione del “tuttappostismo” oramai intollerante dei vertici degli enti predisposti al controllo del territorio. Anche di fronte ad un possibile sversamento abusivo di liquami, il cui odore è inconfondibile, non è possibile che quanto dichiarato dai responsabili dell’Arpab di Matera rilevino solo la presenza di ammoniaca nei canali della riforma fondiaria che portano alle idrovore del Metapontino acqua di scarto delle attività agricole, notoriamente strapiene di sostanze chimiche, fertilizzanti e diserbanti, e molto spesso anche liquami delle numerose aziende zootecniche dell’area. Sui cui controlli, dubitiamo che la Regione e i suoi enti abbiano una mappa dettagliata e sottocontrollo della situazione.

Se il responsabile Arpab di Matera avesse fatto analizzare i liquami della “cloaca maxima” dell’antica Roma, l’Arpab avrebbe avuto il potere di trovare l’ammoniaca anche nelle fogne di una città che contava a quei tempi un milione di abitanti e zero conoscenze in termini di depurazione, che certamente già conosceva i sali d’ammonio, ma che non conosceva la chimica dei conservanti né quella fertilizzante, insetticida e antiparassitaria dell’agricoltura moderna.

L’Arpab non ha trovato liquami e parla di ammoniaca, senza indicare un solo dato tecnico esplicativo, aprendo a una nuova gestione delle informazioni rilasciate dall’Agenzia regionale per l’ambiente di Matera: non più di spiegazioni tecniche, ma comunicati di carattere politico e di denuncia, non di ciò che attiene alle sue competenze, ma di ciò che attiene alla sfera del sociale, facendo garbatamente capire che gli agricoltori del Metapontino fanno ricorso all’ammoniaca per lavare e confezionare la verdura prima di venderla.

Siamo al paradosso e alle solite: i vertici di un ente che dovrebbe certificare la condizione dell’ambiente lucano, in relazione allo sfruttamento antropico del territorio, non emettono un dato tecnico nell’affermare che nell’idrovora di Metaponto c’è solo ammoniaca, ma che si concedono l’occasione di far capire che chi si è lamentato di convivere con scarichi illegali di liquami e di inquinanti chimici a sua volta fa uso di molta ammoniaca per meglio vendere i suoi prodotti. Un ente il cui direttore generale, Raffaele Vita, dovrebbe dimettersi assieme a quelli di Matera, dato che non riescono a trovare nel Pertusillo gli “alti livelli di idrocarburi” che secondo il ministro della salute, Renato Balduzzi, inquinano il lago artificiale lungo il fiume Agri. O esagera il ministro o sminuiscono ancora una volta i dirigenti dell’Arpab e se fossimo in una democrazia reale, qualcuno dovrebbe prendere atto di una contrapposizione istituzionale insostenibile.

L’intero Metapontino è, per la Commissione europea, una delle cinque aree nazionali da bonificare perché sensibile ai nitrati (sostanze chimiche contenute nei fertilizzanti in uso in agricoltura e prodotti dalle società petrolifere) i quali nitrati, insieme ai fertilizzanti, antiparassitari e varie altre sostanze chimiche, riempiono le falde idriche dell’area e anche le idrovore del Metapontino di ben altri dosaggi rispetto all’ammoniaca. Solo che l’Arpab, evidentemente, trova solo ciò che cerca.

La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, che ha già denunciato la necessità di depurare le acque basse del Metapontino per riutilizzarle in agricoltura senza sversarle a mare per intorbidirlo e inquinarlo, chiede che i dirigenti dell’Arpab rendano pubblici i dati relativi alla composizione di tutti gli inquinanti che si riversano nelle idrovore lungo la costa jonica e, tramite esse, nello stesso mar Jonio. Sperando che la Regione attui un utile e intelligente recupero delle acque basse del Metapontino stupidamente lasciate andare a mare a inquinare la pelle dei turisti e quel poco di turismo estivo che ancora sorregge la piccola economia del posto. La Ola in merito preannuncia iniziative di controllo, verifica e monitoraggio sulla Costa Jonica a garanzia della salute pubblica dei cittadini e delle
attività economiche ivi presenti.

OLA- Organizzazione Lucana Ambientalista