“Il Tgr Basilicata e il suo Caporedattore fanno litania”

21 luglio 2012 | 19:02
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“Il Tgr Basilicata e il suo Caporedattore fanno litania”

Il caporedattore del Tgr Basilicata e i giudizi apodittici! Dal plauso del sindaco Valvano al pessimo giudizio del consigliere regionale Navazio e dei cittadini di Melfi Non succedeva da tempo al Tgr Basilicata. Il Caporedattore, nell’edizione delle 14.00 di oggi,al secondo servizio di impaginazione e per ben quasi due minuti (alla faccia del canone che si è costretti a pagare) ha ritenuto leggere un editoriale. Non ci sembrava vero! Anche se per la verità lo aveva preannunciato, con una sfuriata telefonica, prima ad una mia stretta collaboratrice, rea di aver trascritto il comunicato (Pessimo servizio del tgr basilicata!), e poi direttamente al sottoscritto.
Una presa di posizione costruita dopo quarantottore di riflessione, a seguito di un deciso e non lusinghiero giudizio sul servizio mandato in onda giovedì scorso riguardante la manifestazione popolare a difesa del tribunale di Melfi e del Vulture-Alto Bradano. Probabilmente anche a seguito di e-mail inviate dai cittadini.
Abbiamo ascoltato la litania del diligente uomo-azienda: il Tgr ha documentato tutta la vicenda, ci sono state diverse riprese filmate (e che altro se no!), diversi servizi, ha seguito la manifestazione di Melfi(e ci mancherebbe!) e anche quella di Roma (con troupe autenticamente romana per carità, chissà i costi) incassando persino il plauso del primo cittadino Valvano, invitato addirittura in studio in quel di Potenza. Basta solo questo giudizio per il nostro
caporedattore.! Gli altri li bolla come “apodittici”! Non sappiamo se nel senso aristotelico o kantiano!
A noi interessa il nostro e quello dei cittadini di Melfi e del Vulture Alto Bradano. La nostra valutazione era e resta un’altra. E nulla vale chiedersi, spostando il problema (ancora una volta!) quanto vale la reale capacità contrattuale della classe politica della nostra regione rispetto alla difesa sociale dei piccoli numeri con cui la nostra comunità deve fare i conti.
Non è solo questione di classe politica. Il Tgr non può chiamarsi fuori. Difendere presidi, risorse, identità spetta a tutti, ognuno con le proprie responsabilità. Ognuno con le proprie forze.
Ecco allora il caporedattore dalle terza rete regionale, con il suo “faccione rubicondo” che con fare sicuro ha contestato la disapprovazione dell’intera comunità melfitana, fatta eccezione per il primo cittadino, che se ne è guardato bene dal farlo, come a dire “La Rai è sempre la Rai”,verso il “pessimo servizio” che il Tgr Basilicata ha dedicato alla manifestazione, difendendo con il suo assolo, l’operato del suo redattore e della redazione in generale ma in fondo, senza darne notizia.
Eppure l’informazione deve nascere dalla realtà e narrarla o raccontarla, guardare e ascoltare la gente, non ignorarla, per essere autentica, vera e pluralista, così da adempiere alla funzione di servizio che se non altro è quello che i cittadini si aspettano. È invece ridotta male, per quantità e qualità, fatta di tanta politica parlata, cronaca nera, giudiziaria, bianca e sport (i gossip lasciamoli fuori!) che intasano gli spazi dedicati alla ribellione della gente
comune.
Tutto è nel mucchio, tutto confuso e parimenti “credibile”, mistificando la vera realtà, coprendo interessi. Anarchia dell’informazione? O una nova fenomenologia?
Ma del resto, sappiamo bene che la crisi che investe la Rai ha assunto ormai un carattere strutturale; una crisi che non colpisce soltanto la qualità della programmazione e l’immagine stessa del servizio pubblico bensì la sua stessa missione, che appare sempre più sbiadita ma, purtroppo, “notevolmente costosa”. Vi sono infatti problemi di natura organizzativa in primis a quanto pare, come nel caso di giovedì, e di articolazione territoriale che troppo spesso sono trascurati o minimizzati malgrado siano all’origine della maggior parte dei problemi di natura editoriale. Evidentemente.
Questi sono i mali dell’informazione italiana (ma questo è un altro discorso) e regionale e chi è senza peccato scagli la prima pietra (compreso il nostro Corecom, troppo spesso alla finestra) .

Alfonso Ernesto Navazio
Consigliere Regione Basilicata