Il Piano Regionale della Salute non funzionerà

22 luglio 2012 | 18:34
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Il Piano Regionale della Salute non funzionerà

Il nuovo Piano della Salute della Regione Basilicata è una roba che non funziona, né funzionerà. Condivisibile o non condivisibile quel Piano è destinato al fallimento. E di questo fallimento nessuno chiederà conto e nessuno si renderà conto. Dalla Cittadinanza Solidale al Copes, dai Pois ai Poit, dal Reddito Ponte ai Tirocini formativi, dal Por Val d’Agri all’industrializzazione della Val Basento, per non parlare del Piano Rifiuti e così via. Una serie di disastri compiuti o ancora incompiuti che devasta la Basilicata. Agli osservatori più attenti è evidente che ci troviamo di fronte ad un testo che fa solo sfoggio delle nuove teorie di management sanitario. Parole per incantare gli stupidi. E’ evidente che il testo abbonda di principi e di spunti filosofici che aspirano a suggestionare il lettore. E’ anche evidente che non è un Piano, vuoto di contenuti programmatori veri, gira intorno alle questioni e rimanda decisioni importanti alle calende greche. Il testo in molte parti sembra il comunicato di un generale che da ordini ai soldati che sono senza viveri, equipaggiamento e munizioni per eseguirli. Sulle politiche dei servizi sociali si fanno solo chiacchiere ed è chiaro il tentativo, sbagliato, di ricondurre l’intero sistema sotto il “dominio” sanitario. Un salto indietro. Dei servizi sociali, educativi e d’assistenza non glie ne frega niente a nessuno. Anche questo è chiaro.  E’ evidente la gran confusione intorno all’articolo 118 della Costituzione. Nel Piano si parla di sussidiarietà a sproposito. Si scambiano lucciole per lanterne. L’assetto istituzionale, gestionale e organizzativo sembra studiato per mettere nelle mani di pochi il potere della sanità. Il resto è finzione, chiacchiere per disorientare i cittadini, i sindaci, le organizzazioni di società civile. I quali, a dire il vero, si sono già fatti fregare. Ma il bello arriverà dopo. Quando bisognerà eseguire certi ordini inapplicabili. Non se ne farà nulla. E’ l’unica cosa che può confortare le persone avvedute. E’ un piano irrealizzabile, grazie a Dio, per almeno il 70%. Il resto è già realizzato. Tutto questo serviva e serve a giustificare la cosiddetta razionalizzazione ospedaliera. La rimanenza è rimanenza. Tra le righe i profili dei direttori di distretto già pronti a salire sul carro del dominio territoriale al comando del generale. Il desiderio di costruire “un sistema unico” non sarà soddisfatto per ragioni oggettive che i redattori neanche hanno considerato. E meno male, perché i sistemi unici favoriscono la dispersione delle responsabilità. Il Piano insiste sulla “produzione di salute” e sulla “salute in tutte le politiche”. Bene, allora sedetevi con l’Arpab, con l’assessorato all’Ambiente, con i dipartimenti delle infrastrutture, del lavoro, della formazione e dell’istruzione. Sedetevi e provate a capire che la produzione della salute non è obiettivo universale dell’assessorato alla Sanità. Provate a capire che la salute dei cittadini è continuamente minacciata. Da cosa? Ma come! Dalle trivellazioni, dai rifiuti e dalle emissioni tossici, dalle zone da bonificare, dai laghi malati, dalla disoccupazione che dilaga, dalla cassa integrazione che si espande, dalle aziende che chiudono, dai vostri piani fallimentari. Ancora una volta si è persa un’occasione. Oltre dieci anni per partorire le solite chiacchiere dannose. Un nuovo disastro. Fermatelo. Ci sarebbe un Piano scritto in quattro righe e senza chiacchiere: a) personale medico e paramedico di alta qualità e messo nelle condizioni di lavorare con il massimo della serenità e dei mezzi necessari, b) evitare le attese c) presidi in grado di soccorrere i cittadini in tempi e modi adeguati, d) nessuna interferenza politica nelle nomine di primari e dirigenti, e) autonomia del comparto sociale da quello sanitario e costruzione di vincoli reali di integrazione f) impedire  l’inquinamento e la devastazione del territorio da parte di Eni, Total, Consorzi industriali, Arpab, Fenice, Industrie della Val Basento ecc. g) coerenza tra mezzi impiegati e obiettivi dichiarati, h) governare i processi di salute, i) garantire l’applicazione del principio di sussidiarietà, l) assumere provvedimenti efficaci di prevenzione delle condizioni di povertà delle famiglie, m) bandire ogni pratica di clientelismo, di intimidazione o minacce nei confronti dei cittadini, n) sostenere tutti i luoghi di produzione della fiducia e di capitale civile di qualità, o) investimenti massicci nei servizi per l’infanzia e l’adolescenza, p) usare con intelligenza e nell’esclusivo interesse generale le risorse disponibili. Sarebbe già una rivoluzione.