“I tagli non sono tutti uguali”

5 luglio 2012 | 09:49
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“I tagli non sono tutti uguali”

Dopo che la Merkel elogia Monti dicendo: avanti insieme. E il Premier afferma: non ci servono aiuti mi sono chiesta: “ non è mai troppo tardi per filosofare”: dalla carta o dallo schermo di un computer o dalla poltrona di un dicastero o in un vertice europeo, il monito di Epicureo ben interpretato dal governo Monti, ci deve far riflettere, come viviamo, in che  secolo ci hanno catapultati, in che luogo, dove andremo a finire. 

Ci ha detto il ministro Fornero che è necessario, in un mercato del lavoro globale e veloce, sacrificare la vecchia idea di occupazione in cambio di una riduzione della disoccupazione e di un aumento della partecipazione (occupazione). In parole spicciole significa mantenere in piedi senza certezza futura, la flessibilità coi  flessibili quei lavoratori che nella erogazione della prestazione incorporano una (o più) atipicità tra: temporaneità dell’impiego, parasubordinazione o part-time involontario. Il precariato con i precari che di conseguenza, sono coloro che erano lavoratori atipici (ovvero flessibili,) e lo sono rimasti, ma anche coloro che un impiego atipico lo hanno perso, in quanto è insita in un mercato del lavoro flessibile l’alternanza di periodi di occupazione e periodi di non occupazione.

Discutere, ancora, su chi deve essere più o meno tutelato è un nonsense tutto politico, una lettura miope e analoga a quella che ha portato alla iniqua segmentazione attuale. L’anno che verrà ci dirà se la legge Fornero sarà riuscita nell’intento di ridurre “l’uso improprio e strumentale degli elementi di flessibilità progressivamente introdotti nell’ordinamento”. Non a caso questo provvedimento è in continuità con la riforma del sistema previdenziale che continua a tutelare i ricchi e ammazza la povera gente. Un dato è certo essendo i precari più o meno giovani e chi ha lavorato saltuariamente i più flessibili, vuol dire che in questa prima fase la crisi l’hanno pagata in particolare loro. Ciò genera effetti paradossali che colpiscono la stessa platea. Infatti, in termini di stock, la flessibilità si è ridotta, poiché una rilevante quota di flessibili è stata espulsa mentre, in termini di flusso, la precarietà è aumentata poiché le conversioni in impieghi stabili sono rallentata. E in tutto questo, nel nome della riduzione degli sprechi volgarmente definita “Spending review”, anche i loro stipendi saranno decurtati del 10%.

Breve riflessione: se togliete il 10% a uno stipendio di 800 euro gli togliete 80 euro (la quota di latte che si spende mensilmente per far mangiare un figlio); se tagliate del 20% gli stipendi di grandi manager, dirigenti e politici ignoranti con uno stipendio oltre i 10.000 euro mensili togliete a loro 2.000 euro. Che gli fate? Semplicemente solletico sotto le ascelle. Concludo con il dire una cosa semplice ai Ministri credenti in Dio del governo Monti, con le parole di Eckart: “ Colui che cerca Dio secondo un modo, prende il modo e lascia Dio, che è nascosto nel mondo”. “Niente resiste tranne le qualità della persona. “. Gli italiani comuni ne hanno da vendere.

Renata Labella Coordinatrice Idv Avigliano