Gli italiani ignorano Fiscal compact e Mes

26 luglio 2012 | 21:25
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Gli italiani ignorano Fiscal compact e Mes

Fiscal compact (Patto di stabilità) e Mes (Fondo salva Stati) ignorati dalla stragrande maggioranza degli italiani! Eppure è diventato il principale organo di controllo della nostra economia. Il Parlamento italiano ha approvato, senza una discussione approfondita, quasi come se fosse un atto dovuto, il Fiscal Compact (Patto di stabilità) cioè l’impegno a ricondurre il rapporto tra debito e prodotto interno al livello della media europea e il MES (Fondo salva-Stati); quello strumento scelto dai burocrati di Bruxelles per fornire assistenza finanziaria ai paesi in difficoltà. La ratifica di questi Trattati spogliano l’Italia della propria sovranità nazionale, dopo aver già perso la sovranità monetaria. L’attuazione del “Fiscal Compact” comporta per l’Italia l’adozione di pesanti oneri tra cui quello di ridurre il debito pubblico di circa 45 miliardi di euro all’anno per venti anni, dimezzandolo per complessivi 900 miliardi di euro, al fine di raggiungere un rapporto debito pubblico /PIL pari al 60%. In aggiunta a ciò, con la ratifica del MES, l’Italia sarà chiamata a sottoscrivere un capitale di 125 miliardi di euro, con un primo versamento di 14 miliardi di euro in 5 rate annuali e con successivi conferimenti “a chiamata” per i restanti 111 miliardi nel momento in cui ciò dovesse rivelarsi necessario.
Nasciamo dunque indebitati con una banca privata (la Bce-Banca centrale europea) e abbiamo sottoscritto degli accordi con istituzioni sovranazionali le cui sentenze sono inappellabili. E tutto questo, senza che gli italiani siano stati informati, senza che i nostri parlamentari abbiano promosso una benché minima discussione. Sono troppo pochi quelli che conoscono la questione e troppo pochi quelli che ne hanno sentito parlare. Semplicemente perché non se ne è parlato. Non se ne è voluto parlare! Quello che sta accadendo a discapito delle nostre vite è qualcosa di veramente importante perché continui ad essere ignorato.
Lo scorso marzo avevamo presentato in Consiglio regionale una mozione con la quale chiedevamo ai parlamentari di esprimere un voto contrario, al Presidente Monti di illustrare ai cittadini il vero significato della ratifica e ci rivolgevamo persino al Presidente della Repubblica. La stessa mozione è stata presentata alla stampa nazionale lo scorso maggio insieme ai colleghi consiglieri della Regione Toscana, Sicilia e Marche. Ma è scesa una cappa di silenzio. Non fa audience. Si fa fatica a trovare notizia dell’importanza dell’impegno assunto dal nostro Parlamento che peserà come un macigno per i prossimi anni. Una correzione di circa 40 miliardi l’anno per vent’anni, salvo che non si verifichi il miracolo di una crescita sostenuta e costante per tutto il lunghissimo periodo. Eppure ci siamo impegnati a ridurre i costi dello Stato di 45 miliardi di euro all’anno per i prossimi vent’anni, ciò che si tradurrà in nuove tasse e ulteriori tagli alla spesa pubblica, mentre per creare il Fondo salva-Stati, l’Italia si è accollata  la quota di 125 miliardi di euro, che non abbiamo. Eppure abbiamo rinunciato alla sovranità nazionale in materia di bilancio. Il bilancio non è una delle tante attività dello Stato; il bilancio è il centro dell’attività economica dello Stato. Dovremmo svegliarci, ribellarci. Anzi, lo avremmo dovuto già fare per non cadere vittime di quello che oggi si presenta come la peggiore arma per la realizzazione di una dittatura economica/finanziaria che altro non farà che prevalere sui nostri diritti! Oggi invece, il nostro rimane un grido di dolore. Purtroppo. Non ci basterà un domani affermare che lo avevamo detto e ciò per tranquillizzare l’inquietudine che ci avvolge da mesi.

Alfonso Ernesto Navazio, Presidente di Io Amo la Lucania