Abbattere il culinismo imperante

7 luglio 2012 | 20:30
Share0
Abbattere il culinismo imperante

“Bisognerebbe comportarsi come la supposta che quando è chiamata a compiere il suo dovere lo fa fino in fondo senza mai guardare in faccia nessuno. Si mette subito in cammino cercando umilmente la propria strada. E se qualcuno le si para davanti dicendole con presunzione ed arroganza: “lei non sa chi sono io” intimamente sa già che non può essere altro che uno stronzo.” Se la gente diventasse supposta almeno per un giorno la Basilicata sarebbe salva. Il lato debole del Potere lucano è nel culo. Vi chiederete, perché? Semplice, il culo è l’unico organo di connessione tra la poltrona e l’esercizio del potere. La poltrona senza il culo è un  cimelio insignificante. Il culo senza la poltrona è un ammasso di carne anonimo e banale. Dunque? Niente. Siamo governati dai culi tenuti incollati alle comode sedie da lingue straordinarie. Il leccaculo è per antonomasia il collante di questo sistema. C’è gente che critica di nascosto quel politico tizio o caio. C’è gente che si oppone a parole al provvedimento tal dei tali. Eppure, con tutta la gente che si lamenta, la Basilicata dovrebbe essere una terra rivoluzionaria. Manifestazioni e cortei ovunque. Barricate culturali a sbarrare il passo all’avanzata della politicanza arrogante. Invece, niente. Pettegolezzi, bisbigli, sussurri tremanti, lagnanze al bar dello sport. O magari il post imbecille su facebook.  E quando qualcuno urla i contenuti di una protesta vera, poi si scopre che lo fa per narcisismo o per vanagloria. Insomma, siamo un territorio di culi in movimento governati da culi seduti comodamente. I secondi ringraziano i primi. Quel modo di sedere, quel modo di leccare, quel modo di muovere il culo sono il simbolo del più alto provincialismo esistente sulla faccia della terra. Ecco, abbiamo un primato: siamo provinciali anche se magari salta una Provincia. Avremo meno tribunali, ma non si sa se avremo più giustizia. Intanto se la tirano tra meriti e colpe. E questo accade da 30 anni. Ma loro sempre là stanno.  Parla tizio e controbatte caio. Intanto il culo della gente è infiammato e dolorante. Un flato ci starebbe. Possiamo saltare il fosso del provincialismo e del culinismo? Si. L’insegnamento viene dalla supposta. Facciamo il nostro dovere fino in fondo, cerchiamo umilmente la nostra strada e siamo certi che chiunque tenta di fermarci non è altro che uno stronzo. Niente paura.