Un mausoleo di soldi pubblici dissipati

18 giugno 2012 | 10:21
Share0
Un mausoleo di soldi pubblici dissipati
Un mausoleo di soldi pubblici dissipati
Un mausoleo di soldi pubblici dissipati
Un mausoleo di soldi pubblici dissipati

Vi proponiamo un estratto dell’inchiesta pubblicata sul settimanale Basilicata24 in edicola da sabato 16 giugno a firma di Nino Sangerardi

di Nino Sangerardi

Il finanziamento è della Regione Basilicata, l’esecuzione dell’appalto di competenza della Provincia di Matera. Il fabbricato si trova nella zona Paip della Città dei Sassi, in via Primo Maggio area la Martella. Trattasi di lavori di “riparazione e adeguamento funzionale dell’edificio destinato a Formazione”. Progetto dell’ing. Francesco Aiello, progetto impianti tecnologici ing. Gennaro Loperfido, direttore lavori ing. Giuseppe Gaudiano. L’impresa esecutrice è Joule srl di Crispiano ( Taranto): ha vinto la gara, 46 i partecipanti, con un ribasso del 14,281. Pertanto l’importo definitivo risulta di euro 1.081.977,00. Lavori iniziati il 6 febbraio 2012, la durata è pari a 330 giorni. A giugno 2012 si contempla uno stabilimento grande 4.000 metri quadrati per dieci metri di altezza. La recinzione malmessa, gran parte delle strutture fisiche interne e esterne prigioniere del degrado ambientale.

Una vicenda lunga quasi vent’anni

Proprietario del manufatto, da adibire a Centro Formazione Professionale, è la Regione Basilicata. La progettazione a cura dell’Ufficio Territorio materano, 12.420.000.000 lire la somma impegnata. Spacchettata così: 8.200.000.000 lavori a base d’asta,1.000.000.000 impianti tecnologici, 400.000.000 arredamento, 200.000.000 acquisto suolo, 670.000.000 imprevisti e lavori in economia, 1.950.000.000 di Iva . Prevista la realizzazione di tre corpi di fabbrica accostati con destinazione laboratori e aule didattiche, auditorium, bar e portineria, palestra polivalente con annessi spogliatoi e servizi igienici, infermeria e locali di deposito. La gara d’appalto è aggiudicata all’impresa Di Battista Costruzioni di Gravina in Puglia. Le società Padula Costruzioni spa e Edielle srl di Potenza ricorrono al Tar e i giudici accolgono il ricorso. Pertanto la Giunta regionale appalta i lavori a Padula e Edielle per l’importo di 5.099.809.949 lire.

Nel corso dell’edificazione spunta la necessità di introdurre varianti al progetto iniziale. La perizia approvata dalla Giunta regionale è di 7.632.273.673 lire di cui 5.009.809.948 per contratto principale e 2.532.469.724 per quello aggiuntivo. La direzione lavori prima è assunta dall’arch. Gennaro Larotonda e in seguito dall’ing. Rocco L. Dichio. Causa condizioni atmosferiche avverse l’ultimazione dei lavori è posticipata di ben 14 mesi poiché Padula Costruzioni trasmette all’ufficio Territorio di Matera una relazione giustificativa. Su questa richiesta di proroga in un documento che è stato possibile visionare si legge “L’ufficio direzione lavori non ha mai fornito risposta né in atti esiste alcun provvedimento di concessione di tale proroga”. Il completamento dei lavori non è stato mai certificato perché tra Regione e Padula Costruzioni è subentrata la rescissione del contratto decisa dalla Giunta regionale per le “continue inadempienze della ditta Padula Costruzioni a fronte degli impegni sottoscritti”. L’impresa risponde facendo ricorso ai giudici del Tar. Nel frattempo il Tribunale di Potenza dichiara il fallimento di Padula Costruzioni spa. Dopo l’annullamento della convenzione, da parte della Regione, tra la direzione lavori e Padula costruzioni e curatore fallimentare, nella persona dell’avv. Fernando Molinari di Potenza, intercorrono carteggi note e sopralluoghi illuminanti riguardo le pratiche burocratiche che avviluppano un complesso edilizio di pubblico interesse. Per esempio, il direttore lavori invita Padula Costruzioni a intervenire il 26.04.2001 sul cantiere materano per la redazione del rendiconto dei lavori eseguiti. Lo stesso giorno Padula Costruzioni tramite telegramma comunica l’impossibilità a presenziare. Il direttore dei lavori sposta la data al 3.05.2001: giorno in cui si effettua il sopralluogo sommario e si concorda il rinvio al 7.05.2001, al fine di consentire all’impresa il reperimento degli schemi degli impianti. Che succede in seguito? Alla convocazione viene meno Padula Costruzioni spa. Quindi il direttore dei lavori fissa la nuova data: il 28.05.2001. Si svolge la visita al palazzo incompiuto del Centro formazione professionale. Presenti il direttore dei lavori e i geometri Gerardo De Carlo e Mauro Curto per Padula Costruzioni. Il 3.08.2001 il direttore lavori interpella l’avv. Molinari, sollecitandolo ad assistere alla verifica di quanto costruito nella zona Paip di Matera. Il dr. Fernando Molinari però risulta non pervenuto. Si procede all’operazione con l’intervento di due testimoni. Tre i verbali con oggetto lo stato dei lavori ( 3 agosto 2001,6 settembre 2001, 20 settembre 2002) avallati dai signori Pasquale Adorante e Vincenzo Monaco. Secondo il direttore lavori “… il tempo impiegato dall’impresa Padula Costruzioni ha superato di 789 giorni quello stabilito. Tale ritardo è da qualificarsi “essenziale” e “colpevole”. Perciò l’importo della penale a carico di Padula Costruzioni è di 798.000.000”.

L’opera incompiuta viene collaudata

Il 4 dicembre 2005 viene fatto il collaudo finale dell’opera edile non conclusa. Vi partecipano il direttore lavori ing. Rocco Dichio, i membri della Commissione collaudo ingegneri Aniello Vietro, Antonio Losinno, Gaetano Santarsia. Benchè avvisato il curatore fallimentare di Padula Costruzioni non si vede. Al termine della giornata vengono certificate “ le irregolarità strutturali relative ai solai di copertura dei laboratori e del primo piano intermedio, nonché della copertura della palestra”. Si prescrivono interventi di rinforzo su alcune parti strutturali e si dispone la restituzione, a carico dell’impresa, di lire 1.659.150.605. Il 23 maggio 2006 l’avv. Fernando Molinari informa la Giunta regionale di non poter “accettare né sottoscrivere alcun atto di collaudo per il disposto del procedimento del giudice del fallimento, disconoscendo così l’asserito credito dell’Ente appaltante (la Regione,ndr)”.Qualora la Giunta regionale-sostiene Molinari—ritenga vantare un proprio credito nei confronti di Padula Costruzioni spa può proporre domanda di insinuazione tardiva al passivo del fallimento. Il 15 maggio 2006, ultimi incarti disponibili, la Giunta regionale all’unanimità ratifica gli atti di collaudo lavori di costruzione del nuovo Centro formazione professionale e decreta “ il recupero della somma di 496.264,20 euro a debito della società Padula Costruzioni e il recupero di 41.866,47 euro quale maggiore esborso liquidato nei confronti del Comune della Città dei Sassi”.

Che dire: dinanzi al mausoleo lucano della dissipazione di soldi pubblici qualcuno ha commesso errori o negligenze?