“Sanità, altre ingiustizie in nome del risparmio”

26 giugno 2012 | 18:20
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“Sanità, altre ingiustizie in nome del risparmio”

La bozza del cosiddetto decretone in materia sanitaria, che sta circolando in queste ore, con un taglio da 1,085 miliardi alla spesa sanitaria nel 2012, che si vorrebbe far passare interamente per risparmi di spese inutili, contiene anche una misura allarmante: dal 1° luglio prossimo la spesa per l’acquisto di prestazioni di specialistica ambulatoriale e per le case di cure accreditate, non potrà superare quella del 2011 ridotta del 2% (il cosiddetto risparmio previsto è di 135 milioni nel 2012, poi di 270 milioni dal 2013).
Non dimentichiamo che le strutture della sanità privata accreditate e convenzionate con il Servizio Sanitario Regionale hanno già “dato”. Con la manovra di agosto di assestamento di bilancio finanziario regionale e con la fuoriuscita di alcune prestazioni di medicina fisica dai Lea, molte sono state le lamentele principalmente dei titolari delle strutture di fisioterapia e rieducazione funzionale, animati non dalla mancanza di collaborazione e comprensione con la nostra Regione in un momento di crisi ma, semplicemente perchè la decisione relativa alla fuoriuscita di prestazioni di medicina fisica dai LEA ha generato una modifica sostanziale e unilaterale dei contratti vigenti che ha comportato un grosso danno alle strutture che hanno continuato ad investire in innovazione tecnologica e personale altamente specializzato.
Un modo tra l’altro, semplicistico e frettoloso che non ha consentito una equa distribuzione degli ulteriori sacrifici richiesti. Ciò è dimostrato dal fatto che strutture con badget che superano di molto il limite del Tetto Regionale di branca hanno avuto un abbattimento minimo che può calcolarsi intorno al 4%, strutture invece con Tetti Contrattuali di molto al di sotto del Tetto Regionale, hanno avuto un abbattimento fino al 20%.
Adesso con il “decretone” stiamo attenti a non esercitare l’ennesima ingiustizia sulle strutture della sanità privata e sugli anelli più deboli del sistema. Sono altre le strade per risparmiare: evitiamo principalmente le cattive prassi e gli inutili sprechi che si continuano a tenere in vita (sono i casi dell’ADI-Assistenza domiciliare integrata, la differenza pretestuosa e pregnante tra ambulatori di riabilitazione ex 26 ed ex 25, ecc.).
La nostra strategia, nell’interesse dell’utenza e per ridurre realmente gli sprechi della spesa sanitaria regionale, riguarda alcune proposte di semplice attuazione a costo praticamente vicino allo zero: pianificazione dei percorsi riabilitativi sull’intero territorio regionale, al fine di realizzare un sistema moderno ed appropriato; integrazione pubblico-privato; rimborsare le strutture che hanno un tetto contrattuale inferiore al tetto regionale di quanto è stato tolto con la LR 17 ed agire sulle strutture che hanno superato il limite del tetto regionale di branca, con programmati piani di rientro.

Antonia Losacco, presidente FeNASP Basilicata