“Renato spiegaci se le tue mani sono sporche del sangue di Tiziano Fusilli”

5 giugno 2012 | 09:16
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“Renato spiegaci se le tue mani sono sporche del sangue di Tiziano Fusilli”

Anni fa parlando di un imprenditore dicevi: “quello fa ciò che gli diciamo noi”. Quel tempo è finito

Ora dovrai spiegarci anche questa. Dovrai dirci cosa faceva la tua moto quel 22 maggio dell’89 lì dove fu ucciso Tiziano Fusilli e, magari, chi c’era su quella moto e chi di quei due che indossavano caschi integrali spezzò la vita di quel ragazzo. Dovrai dirci se tu non ne sai niente o se invece, come riferisce
qualche tuo ex collega, ci sei dentro fino al collo, e se le tue mani sono sporche di sangue.
Visto che ci siamo, però, non sarebbe male portarti il conto almeno degli ultimi trent’anni. Delle tue amicizie ‘ndranghetiste, dai Mammoliti ai Pesce, dai
Piromalli agli Alvaro e i Macrì; del clan con il quale hai sporcato la nostra regione; delle tante lacrime che tu e i tuoi scagnozzi avete fatto versare strozzando la gente con l’usura e avvelenando tanti con la droga.
Qualcuno dei tuoi uomini diceva di te: “è il più saggio di tutti, lui è la mente”. Anche di questo ti chiediamo conto: di aver fatto passare la criminalità come saggezza, come rispetto, come onore. E dunque chiediamo conto anche ai tuoi uomini e a quelli che per il fatto di non essere dietro le sbarre pensano che non debbano rispondere a nessuno.
Oggi ci dicono che sei in carcere, in regime di 41bis. Ho conosciuto persone che dal 41bis sono uscite trasformate, letteralmente cambiate; spero che accada anche per te. E magari iniziando col dirci cosa è davvero accaduto quel pomeriggio del 22 maggio 1989, e magari iniziando col dirlo ai magistrati, se non lo hai già fatto.
Certo, ci sono poi domande che vorremmo fare proprio agli inquirenti dell’epoca; per esempio: come è possibile archiviare un omicidio dopo solo sei mesi? Nomi e cognomi di ambienti criminali che si fecero sin dall’inizio e che ancora oggi passano di bocca in bocca sono stati anche per un solo attimo alla vostra attenzione? È stata mai cercata quella moto?
Renato Martorano, anni fa parlando di un imprenditore dicevi: “quello fa ciò che gli diciamo noi”. Quel tempo è finito. Non esiste più. E tu non sei più nessuno, se mai sei stato qualcuno. Questo forse ti può aiutare; forse puoi ripartire proprio da qui.

Don Marcello Cozzi

Ufficio di presidenza associazione Libera