Minacce alla Total

2 giugno 2012 | 17:14
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Minacce alla Total

L’articolo pubblicato sul Quotidiano della Basilicata dal titolo “Fls, scherzo o pericolo reale. Spunta una nuova sigla (Fronte di Liberazione del Sud), intimidazioni a Basilicata24” mi ha particolarmente colpito. Ammetto anche che le mie riflessioni sono state diverse, anche mutevoli per il contenuto del volantino arrivato nella redazione del Quotidiano a Potenza.

Chi sono questi aderenti al Fronte di Liberazione del Sud – lucani e calabresi: mitomani? goliardi? costituenti terroristi? liberatori da chi e da che cosa?

Hanno già un precedente, il 15 maggio scorso con un volantino recapitato proprio alla redazione del quotidiano on line Basilicata24, con un contenuto simile: attacchi verso Tempa Rossa e ai presunti simboli della colonizzazione sulla Lucania, con linguaggio criptico, numerologia da Cabala e frasi da romanzo gotico.

Due possibili ragioni, il petrolio o solo la banale voglia di intimidire la redazione di Basilicata24, per il loro giornalismo di inchiesta che può piacere o al contrario non piacere.

Che sia opera di un folle, un mitomane, un gruppo reale e pericoloso sarà compito della Magistratura e degli inquirenti accertarlo, quindi ogni commento sull’accaduto meglio posticiparlo quando vi saranno chiarimenti e prove. Intanto però la piena solidarietà alla redazione di Basilicata24 ed allo stesso Quotidiano, che pur non essendo stato minacciato direttamente ha fatto bene ad evidenziare l’accadimento e nel sottolineare la particolarità della minaccia.

Credo che in ogni caso sia un segnale da non sottovalutare e né da minimizzare seppur fosse un gesto isolato o non pericoloso per una serie di motivazioni. Per prima cosa, la minaccia verso la libera stampa è indice di un’intolleranza e inciviltà che non devono essere accolte e devono essere fermate con sdegno da chiunque in qualunque modo legale e democratico. La politica non può stare ferma o tacere su questi episodi. Poi, che il legittimo dissenso sulle questioni petrolifere sia alibi a gruppi organizzati per azioni pericolose verso persone, cittadine e anche cose, va stroncato sul nascere e condannato senza se e senza ma da tutti. Il mio timore è che nel clima attuale, di un abbandono della politica verso le tematiche più sentite dai cittadini, in un periodo di vera crisi che mina la qualità della vita delle classi sociali più deboli, anzi si allarga la fascia delle famiglie e degli individui che hanno difficoltà ad avere un tenore di vita dignitoso, cui aggiungiamo la disoccupazione e una mancanza di prospettive nel futuro, si rischia realmente di andare incontro a gesti estremi, anche violenti e illegali.

La politica deve dare una risposta e lo deve fare incominciando a discettare meno sui bizantinismi del Palazzo e operare di più per il Bene Comune, pensare meno a “filosofeggiare nei salotti” e far sentire la sua presenza nella società, pensare meno ai “nostri privilegi” ed interrogarsi seriamente a cosa sia utile per la cittadinanza. Preferisco non accennare a nessun clima di antipolitica o trovare capri espiatori, ma puntare il dito invece sulle classi dirigenti che stanno abdicando al compito di lavorare e operare per la società ed i cittadini.

Che il disagio non diventi il portone di ingresso per gruppi terroristici o criminali, o semplicemente per degli sciocchi. Credo che bisogna sul serio riflettere ed interrogarsi e operare, la nostra società ed i nostri cittadini hanno gli anticorpi del vivere civile e democratico, ma l’attualità è dura e pesante, la crisi si fa sentire e certo la partitocrazia non ha dato nessun buon esempio, anzi al contrario. La nostra Basilicata è sempre stata una terra di civiltà e tolleranza, non è patria di estremismi violenti, diamo una risposta e partendo proprio dalla “politica petrolifera” che sia meno vuota di vere proposte, più attenta all’ambiente e sopratutto dia benefici economici e produttivi ai Lucani.

Gianni Rosa (Pdl)