“Gestione rifiuti in Basilicata: un disastro”

11 giugno 2012 | 14:31
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“Gestione rifiuti in Basilicata: un disastro”
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“Gestione rifiuti in Basilicata: un disastro”
“Gestione rifiuti in Basilicata: un disastro”
“Gestione rifiuti in Basilicata: un disastro”

Il Rapporto Rifiuti Urbani 2012 dell’ISPRA (Istituto Superiore Per la Ricerca Ambientale) conferma per la Basilicata quanto da tempo la Ola, Organizzazione lucana ambientalista,  afferma in merito circa le cause che hanno determinato il disastro della gestione dei rifiuti in Basilicata

Un quadro fallimentare: a fronte della diminuzione pro capite di rifiuti in Basilicata che passa da 401 Kg del 2006, a 377 Kg nel 2010 (la più bassa quantità pro capite per abitante in Italia), imputabile soprattutto al costante decremento demografico della popolazione, nel 2010 si registra una percentuale per la raccolta differenziata dei rifiuti pari al 13,3 % (dal 2006 al 2010 l’incremento della R.D. è stato solo del 2%). La Basilicata con questa percentuale si colloca al 4 ultimo posto nella classifica delle Regioni italiane. Fanno peggio solo le Regioni Molise, Calabria e Sicilia. Se si analizzano le percentuali pro-capite di raccolta differenziata, la Basilicata si colloca al penultimo posto (all’ultimo si colloca la Sicilia). Un quadro questo che, da solo, è sufficiente a conclamare l’incapacità 
gestionale del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata e quello delle Province di Potenza e Matera nell’affrontare e risolvere un problema divenuto ormai patologico, grazie alla manifesta incapacità e/o non volontà di chi governa i processi e le scelte politiche nel settore.

Incapacità gestionali e manifesta non volontà: i dati ISPRA sono impietosi e confermano come, alla base di tale disastro gestionale dei rifiuti in Basilicata, vi sia la non volontà di attuare una vera raccolta differenziata porta a porta in tutti i comuni lucani, a vantaggio della più dispendiosa ed inquinante “raccolta multi-materiale” (il cassonetto blu presente a Potenza nelle strade) finalizzata all’incenerimento bruciando anche il cosiddetto “indifferenziato” alias “tal quale”. Alla base di tale scelte – secondo la Ola – vi sono logiche commerciali e di business legate alla gestione delle discariche, all’uso degli inceneritori e al trasporto 
dei rifiuti da parte di privati, che nulla hanno a che vedere con la gestione ottimale ed economicamente non dispendiosa del ciclo dei rifiuti in Basilicata.

Raccolta differenziata deludente: se si analizzano  le percentuali di raccolta differenziata per principali frazioni merceologiche in Basilicata, è possibile notare le bassissime quantità di raccolta per l’organico (tale quantità sono invece mediamente elevate nelle Regioni virtuose). In Basilicata la raccolta pro capite dell’organico raggiunge modestissime quantità pari a 4,4 Kg/abitante con 4,7 Kg/abitante per la plastica, 4,7 Kg/abitante per il legno. E’ noto come l’organico sia il principale responsabile del pericoloso percolato nelle discariche che inquina il terreno e le falde idriche. 
L’organico invece potrebbe essere riutilizzato per realizzare compost verde, ovvero fertilizzante da riutilizzare in agricoltura. Regione e Province sembrano aver rinunciato alla raccolta dell’organico a vantaggio del compost grigio usato per la colmatura delle discariche con il recupero energetico a caldo delle cosiddette frazioni secche per aumentare la produzione di CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti) o di CSS (Combustibile Solido Secondario) che finisce nei forni dei 
cementifici (Barile) oppure a Fenice.

Il ricorso spinto alle discariche: emerge dalla lettura dei dati ISPRA il ricorso, nonostante la legge lo vieti, alle discariche ove verrebbero smaltite anche le ceneri di combustione. In Basilicata – secondo i dati ISPRA – ben l’83% dei rifiuti prodotti in Basilicata finiscono in discarica (9 sono le discariche censite dall’ISPRA nel 
2010). Con questa percentuale di conferimento in discarica, la Basilicata si colloca al terz’ultimo posto in Italia(fanno peggio solo Sicilia e Molise).

Il ricorso all’incenerimento dei rifiuti: i dati ISPRA mostrano come nel 2010 siano stati bruciati presso il termovalorizzatore di Melfi ben 53.982,8 tonnellate di rifiuti, composti da 26.874,8 (tal quale dei rifiuti urbani, CDR, e FOS -Frazione Organica Stabilizzata); 2.681,3 di rifiuti non pericolosi e ben 24.426,8 di rifiuti 
pericolosi. E’ importante notare come l’inceneritore Fenice di Melfi, autorizzato a bruciare rifiuti dalla Provincia di Potenza sino al 19 ottobre 2020 con autorizzazione “provvisoria”(SIC!), nel 2010 abbia prodotto ben 2.013 tonnellate di ceneri leggere e scorie pericolose, 15.196,7 tonnellate di ceneri pesanti e scorie non pericolose, 887,1 tonnellate di materiali ferrosi estratti da ceneri e scorie di incenerimento per un totale di ben 18.096,8 tonnellate, pari al 33,5 % 
dei rifiuti complessivi inceneriti. Una percentuale questa elevatissima rispetto ad altri inceneritori funzionanti in Italia di cui non è noto dove finiscano, considerando l’elevatissimo carico inquinante e chimico. Moltiplicando tali quantità per gli anni previsti di funzionamento (8 anni) è facile constatare come le 
quantità di ceneri prodotte superino le 192,000 tonnellate (il doppio se si considerano gli anni di funzionamento). La Regione e le Province prevedono di realizzare centri per la produzione del CSS e l’incenerimento presso cementifici e centrali a biomassa e per il conferimento a Fenice.

Infine, una curiosità: a Balvano l’ISPRA censisce un impianto di trattamento dei RAAE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) con una capacità di trattamento di oltre 21.000 tonnellate anno (2010). Una capacità di trattamento di molto superiore ai RAAE prodotti in Basilicata; superiore a Regioni come il Lazio o la Sicilia. Tale considerazione pone interrogativi circa il ruolo della pianificazione regionale in materia di rifiuti con il dimensionamento compatibile di tali impianti sul territorio regionale, che importano rifiuti anche da fuori regione.

Quali le proposte immediate? la Ola chiede alla Regione Basilicata ed alle Province di Potenza e Matera di attuare con urgenza un piano virtuoso di gestione del ciclo dei rifiuti che realizzi la raccolta differenziata spinta porta a porta, con l’inclusione di tutte le frazioni merceologiche, finalizzata al recupero e al riciclo a freddo dei materiali (cioè senza bruciare i rifiuti presso Fenice, cementifici e centrali a biomassa). La Ola propone la creazione di 2 impianti di produzione per il compost verde da ubicare in punti baricentrici nelle due Province ove produrre fertilizzante per l’agricoltura. E’ necessario fermare il tour della monnezza, alias 
ciclo basato sui centri di trasferenza – inceneritore – discariche, fermando lo scellerato affidamento della modifica al Piano Regionale dei Rifiuti, al DIFA del prof Salvatore Masi dell’Università della Basilicata.

Ola- Organizzazione Lucana Ambientalista