Chiudere Fenice e passare alla differenziata

13 giugno 2012 | 10:38
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Chiudere Fenice e passare alla differenziata

Raccolta porta a porta, riciclo e recupero freddo dei materiali la strada da seguire. La Regione però preferisce ancora bruciare

Chiudere Fenice e passare alla raccolta differenziata.  Definire ancora una volta “irricevibile” il piano di bonifica presentato dalla società Fenice Ambiente srl è solo uno stratagemma burocratico per procrastinare sine die l’attività del termodistruttore Fenice dell’area industriale di San Nicola di Melfi. E’ quanto
ribadisce la Ola, Organizzazione lucana ambientalista che evidenzia come nell’ultima conferenza dei servizi svoltasi ieri a Melfi è emerso quello che da tempo già si conosceva e cioè che l’area contaminata è più estesa di quella circoscritta dal piano di bonifica presentato dalla società e bocciato dagli esperti dell’ISPRA, e che l’inquinamento continua a persistere.  La Ola pertanto chiede al Presidente della Regione Basilicata di sospendere con ordinanza urgente l’attività del termodistruttore che continua a bruciare ed inquinare e al presidente della Provincia di Potenza, Pietro Lacorazza di sospendere in autotutela l’assurda “autorizzazione provvisoria” per Fenice rilasciata sino al 2020. Non è possibile – evidenzia la Ola – continuare questa querelle sperando
nelle decisioni delle giustizia amministrativa o dalle Procure, rinviando decisioni che dovrebbero assumere le istituzioni pubbliche.

Queste ultime devono rinunciare a bruciare a Fenice la monnezza prodotta in Basilicata, per passare alla vera raccolta differenziata porta a porta, con il riciclo e il recupero a freddo dei materiali. Secondo l’ultimo Rapporto Rifiuti Urbani 2012 dell’ISPRA, la raccolta differenziata è ferma in Basilicata al 15%. Il dipartimento ambiente della Regione Basilicata ha affidato al DIFA dell’Università della Basilicata ed al prof. Salvatore Masi una variante al piano regionale
dei rifiuti che invece punta in maniera irresponsabile sulla produzione di CRD/CSS (Combustibile Solido Secondario) da bruciare ancora a Fenice, presso i cementifici e le centrali a biomassa previste in Basilicata.

Ola- Organizzazione Lucana Ambientalista