Chi ride a sproposito e mente a proposito deve dimettersi

3 giugno 2012 | 11:31
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Chi ride a sproposito e mente a proposito deve dimettersi

L’assessore alle Politiche sociali del Comune di Potenza dovrebbe avere il buon senso di dimettersi.  Non perché si è dimostrato incapace di governare un settore cruciale e delicatissimo, non perché in questi anni nessuno si è accorto della sua esistenza, delle  sue proposte, delle sue battaglie politiche, della sua risolutezza nell’affrontare le questioni sociali della città. E neanche perché è un incompetente. Ce ne sono tanti in giro, perché dovrebbe gettare la spugna proprio lui? Infatti, per lui ci sono delle aggravanti.  Dovrebbe dimettersi perché si è fatto una bella risata sul dramma che vivono i suoi cittadini a Bucaletto. Dovrebbe dimettersi perché, mentre le telecamere di Basilicata24 dimostrano inequivocabilmente che i prefabbricati sono interessati da fenomeni di “sbriciolamento” dell’amianto, il nostro simpaticone simultaneamente afferma il contrario. (Inchiesta video online “Vivono ancora nell’amianto” 2 giugno 2012 su Basilicata24.it). Ride l’assessore, davanti alla telecamera, come a dire: “Uagliò, ma proprio a me vuoi affliggere?”.  Abbiamo scoperto, grazie al video inchiesta di Eugenio Bonanata, che il problema amianto è noto da tempo e che per risolverlo, o almeno per tamponarlo, ci vorrebbero circa 4 milioni di euro. Soldi che il Comune di Potenza non ha. Nessuno nega che la Cittadella post terremoto, dopo 30 anni, è un “ricettacolo” di problemi, un luogo dove cova una complessità spaventosa. Falsi poveri e poveri cristi, gente che non vuole abbandonare i prefabbricati e gente che vorrebbe una casa. Persone ormai finite nella trappola della povertà, rassegnate e adagiate nel “comodo” e rassicurante ruolo della vittima. Gente che ormai possiede la casa e conserva in “proprietà” il container di una vita. Non è facile affrontare “la questione Bucaletto”, oggi. Troppe omissioni in passato, troppi giochetti elettorali, interessi politici, promesse assistenziali, e così via.  Trent’anni di maneggiamento di una politica che ha mostrato il suo volto peggiore. Le responsabilità sono estese e partono da lontano, ma oggi chi ha il dovere di amministrare non può ridere né mentire. Il sindaco di Potenza che aveva promesso in campagna elettorale un impegno straordinario nelle politiche sociali deve riflettere. Mi disse: “Il mandato precedente  l’ho dedicato all’edilizia, alle opere pubbliche, al rilancio dell’economia della città, gli anni di questo nuovo mandato devono essere gli anni delle politiche sociali”. Non è andata proprio così.  Basta guardarsi intorno e magari farsi una chiacchierata con l’assessore Donato Pace.