Un’idea per la statale Potenza-Melfi

6 maggio 2012 | 18:23
Share0
Un’idea per la statale Potenza-Melfi

La strada a scorrimento veloce Melfi-Potenza è nota a tutti. Sono noti i suoi limiti strutturali e, purtroppo, i tanti incidenti mortali. Troppi decessi, troppi feriti, troppo dolore e sofferenza. Si discutono da tempo soluzioni. Ci sono soldi accantonati (dell’ordine di diverse decine di milioni di euro) per progettazioni o realizzazioni di alcuni lavori, si prevedono soldi per un definitivo intervento da parte dello Stato. Attualmente non andiamo oltre alla semplice previsione di una terza corsia, dove possibile. Trasformandola in ciò che gli spagnoli, fino a qualche decennio fa sostenitori di terze corsie, chiamano senza tanti complimenti carretera della muerte, proprio per l’alto numero di incidenti mortali che si verificano. Da circa dieci e più anni ci si rimbalza anche qualche responsabilità. L’opera tocca allo Stato. La Regione ha fatto quello che ha potuto. Prima mettendoci un po’ di soldi (ma che fine hanno fatto? come sono
stati spesi?. Se sono stati spesi). Poi inserendola, dopo una iniziale dimenticanza, nel famoso memorandum tutto da venire e nuove trivellazioni  permettendo.
Ad oggi le cause del ritardo infrastrutturale del Paese, per ammissione dei sobri tecnici governativi, sono imputabili a tre principali cause:
1. progressivo inaridirsi delle risorse per gli investimenti;
2. pesantezza dei procedimenti di programmazione, progettazione, autorizzazione, realizzazione e contenzioso relativi alle opere pubbliche e di quelli relativi alla erogazione dei fondi, tanto da scoraggiare l’attrazione di capitali privati;
3. difficoltà di composizione dei conflitti tra livelli di governo, tra amministrazioni, e tra amministrazioni e popolazioni più direttamente toccate dalle opere.
A fronte di questi ritardi infrastrutturali lo Stato reagisce facendo leva sulla “nuova disciplina dei project bond (obbligazioni del settore privato, emesse dalla società che realizza il progetto).
Si tratta di una norma assolutamente nuova che consente di dotarsi di un moderno strumento di finanziamento, all’avanguardia in Europa e nel resto del Mondo, in linea con lo schema proposto dalla Commissione europea attraverso l’iniziativa ‘Prestiti obbligazionari Europa 2020’ per il finanziamento di progetti.
La disposizione è importante non solo per la novità della norma in sé, ma anche perché è stata emanata nel contesto di un corpus di disposizioni mirate a dare finalmente le certezze necessarie all’operatore privato. Tra queste regole rientrano l’allungamento fino a cinquant’anni della durata delle concessioni, una progettazione più chiara attraverso anche asseverazioni sulla bancabilità dell’opera, un migliore rapporto tra le risorse pubbliche e private.”
Il virgolettato è tratto dal poderoso Documento di Economia e Finanza – allegato Infrastrutture 2013-2015.
Nuovi strumenti che insieme a molte altre disposizioni aprono una nuova stagione. Si sostituiscono, in parte, i contributi pubblici con misure alternative, come i beni in permuta, la gestione delle opere connesse, le aree edificabili da valorizzare, gli sconti Irap e Ires spalmati in più anni. Insomma un buon punto di partenza per i sostenitori del progetto di finanza (project finance).
Contestualizziamo alla nostra Basilicata. O al nostro Sud.

1. Realizziamo per tratti la nuova strada (cosa banale e ovvia, ma che avvia un processo irreversibile).
2. Invertiamo il punto di partenza: iniziando da Candela risulta più semplice non solo la progettazione ma anche la realizzazione. In più nel
tratto San Nicola di Melfi – Melfi potremmo utilizzare, ammodernandole, le due strade esistenti, una a salire e l’altra a scendere, risparmiando
almeno 40-50 milioni di euro. E così via. Con un vantaggio ulteriore avvicineremmo Potenza a Foggia (con tutto quello che ne consegue) di circa 15 minuti.
3. Il ruolo delle banche in questa regione? Non è possibile che siano spettatrici e, nello stesso tempo, semplici contenitori di una raccolta finanziaria.
4. Il ruolo delle grandi imprese? Esistono sul mercato grandi imprese capaci, anche in questo tempo, che di fronte a regole certe (come quelle previste nelle linee guida del MiT) possono farsi carico di un cospicuo investimento, a fronte di sponde finanziarie. L’esempio dei cinque nuovi progetti di finanza di circa 17,6 miliardi di euro a fronte di 3 miliardi di euro da reperire con finanziamenti pubblici, svincolati nei giorni scorsi dal governo Monti dimostra che questa è la strada da perseguire. Un ventaglio possibile di finanziamenti pubblici (da reperire attraverso il coinvolgimento di Cassa e Depositi e Prestiti, della BEI, fondi regionali disponibili, fondi che dovranno arrivare..), una valutazione costi-benefici più appropriata e una reale validità strategica dell’opera consentirà una vera disamina imprenditoriale piuttosto che un arrembaggio per la realizzazione dell’opera come, purtroppo, abbiamo assistito negli anni passati. 5. Il nuovo sistema di garanzie? Le regole sul progetto di finanza con il mix delle disposizioni fiscali e di valorizzazione delle opere e con la certezza sulla tempistica progettuale e contrattuale esaltano i parametri di convenienza pubblica-privata, evitando, come è accaduto nel passato, il pericolo di subordinare la finanziabilità dell’opera solo alla sua utilità. Sono finiti i tempi quando si portavano le autostrade sotto casa!
6. Questione ANAS? Viene da suggerire: liberiamoci dell’ANAS. In questi anni si è parlato molto di progettazione e poco di realizzazione. Una società che vive di finanza trasferita può mai impegnarsi a fare altro? Attende che la solita manina definisca una priorità, provveda al finanziamento e poi avanti…adagio! Su questa base, possiamo metterci al lavoro. Discutiamone. Potremmo non arrivare a una conclusione. Ma abbiamo uno spiraglio davanti a noi. Salvo aspettare i tempi biblici delle decisioni statali, del memorandum che produrrà i suoi effetti fra dieci anni se va bene, nonostante la strategicità dell’opera. Anni fa la società di studi economici bolognese Nomisma spa aveva provato, in uno studio affidato dalla Regione, a simulare un’idea di progetto di finanza. Ma erano i tempi in cui si affacciava in Italia il progetto di finanza e si partiva da un assunto che le opere, al sud, non dovessero essere a pedaggio.
Oggi, abbiamo nuove regole per il reperimento di risorse, nuove regole per le procedure. Lanciamo una sfida al mondo bancario e imprenditoriale, contando sulle importati risorse che abbiamo già a disposizione. Sono convinto che dobbiamo anticipare la discussione, sfatando lo stereotipo che ci portiamo dietro.
Abbiamo abbozzato un’idea. La offriamo alla discussione.