Tagli ai dializzati

14 maggio 2012 | 14:16
Share0
Tagli ai dializzati

In questi giorni tutti i nefropatici e i talassemici della Regione Basilicata hanno ricevuto una lettera da parte dei comuni di pertinenza in cui, in riferimento alla nota regionale n. 60862/72A del 03.04.2012 si faceva presente che “il Capitolo di spesa relativo alle provvidenze in favore dei nefropatici e talassemici non figura nell’elenco delle tipologie di spesa per i quali è possibile adottare dei provvedimenti di pagamento

L’abolizione di tale provvedimento non consentirà più l’erogazione da parte dei comuni lucani dei contributi economici per queste categorie di pazienti.

Con le LL.RR. n. 41/79 e 30/81 era stato, infatti, riconosciuto un aiuto economico per i costi di trasporto legati al trattamento dialitico dei nefropatici. Si trattava di un contributo esiguo versato a quei pazienti che pur avendo la necessità di un trasporto in ambulanza, non essendo in grado di raggiungere autonomamente il Centro Dialisi (ad. esempio i pazienti costretti a muoversi con l’ausilio di una carrozzina), si rivolgevano a noleggiatori privati pagando tariffe spesso stratosferiche per un trasporto che avviene ben tre volte la settimana.

Nella nostra regione i dializzati sono circa 460, molti dei quali anziani, in trattamento presso 11 centri dialisi (solo l’ospedale di Matera ne conta un centinaio) di cui uno privato, mentre i trapiantati sono oltre 180 e centinaia le persone affette da malattie renali e talassemiche. Se a questo stato di cose aggiungiamo la carenza di personale medico e infermieristico all’interno dei reparti preposti, costretti a turni spesso insostenibili e la chiusura di alcuni centri dialitici come quello di Tinchi (Pisticci) possiamo cento comprendere come la situazione stia diventando sempre più grave e insostenibile mettendo l’assistenza sanitaria di questa regione ai livelli minimi di garanzia e sicurezza.

Siamo certi che è assolutamente necessario un intervento immediato da parte della Regione che ripristini la legge a favore di questi malati cronici ed economicamente disagiati già duramente colpiti dall’incremento dei ticket sanitari di cui si aspetta ancora una rimodulazione. La salute e la vita dei cittadini non può e non deve essere messa in pericolo neanche in periodi di austerity come questo nè tantomeno essere l’elemento sul quale effettuare limitazioni di spesa o Patti di Stabilità.