Nicola Bevilacqua, silenzi e mani anonime

16 maggio 2012 | 12:45
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Nicola Bevilacqua, silenzi e mani anonime

L’uomo uscì di casa il 17 maggio del 2003 senza farvi più ritorno. Libera Basilicata e don Marcello Cozzi continuano a chiedere verità e giustizia

Persone, prima di tutto. Prima ancora del ceto, del colore della pelle, delle etnie di appartenenza, di quale nome abbia il proprio Dio, di quanti soldi si portano in tasca. Persone. Al di là dei percorsi fatti, delle storie che abbiamo vissuto, dei pregi che il Cielo ci ha donato, degli sbagli che abbiamo
commesso. Persone, e basta.

Con una dignità da difendere sempre e comunque, anche se gli altri te l’hanno sfregiata, anche se a violentarla siamo noi stessi e anche se la memoria ti vuole cancellare come se tu non fossi mai esistito.

Come è accaduto a Nicola, 34 anni, uscito di casa a Lauria il 17 maggio 2003 e mai più rientrato. E come tante altre volte in Basilicata, mai più nessuna notizia, nessuna verità, nessuna giustizia.

Silenzio, solo silenzio e le solite mani anonime: come quelle che dicono di un suo allontanamento volontario, o quelle altre che parlano invece del suo omicidio e dell’occultamento del suo cadavere; quelle che scrivono che non merita di essere cercato e che anzi meritava di essere ammazzato, o quelle altre che, vigliaccamente come al solito, ci invitano a non cercarlo.

Noi, invece, continuiamo a chiedere la verità su Nicola e lo facciamo proprio a partire da quelle mani: quelle che lo hanno ammazzato, quelle che magari hanno lasciato il suo sangue in quella macchina, quelle che pensano di restare impunite per sempre.

“Il prete di Potenza” e tanti, tantissimi lucani onesti continueranno a chiedere verità e giustizia per Nicola perché i suoi familiari portandogli finalmente un fiore possano ritornare a chiamarlo “cocola” come facevano quand’era bambino.


Per Libera Basilicata don Marcello Cozzi