La piazza centrale di una città, capoluogo di regione, andrebbe gestita diversamente

2 maggio 2012 | 17:04
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La piazza centrale di una città, capoluogo di regione, andrebbe gestita diversamente

Un dribbling riesce bene se hai solo un paio di gambe, al massimo un pallone. Se invece hai un’automobile, normalmente con quattro ruote, ti becchi quasi sempre in pieno il tackle. Cioè la buca

Salti la voragine con le due ruote davanti, dribbling perfetto, ma non fai in tempo a calcolare il “raggio x raggio x 3,14” anche delle due ruote di dietro, e 9 volte su 10 ecco che il difensore, pardon, la buca, ti ha fatto secco. A quel punto, dopo l’imprecazione inevitabile (in cui chiami in causa qualche avo non di tua conoscenza), ti poni qualche interrogativo. Ma quand’è che le aggiuisteranno, pensi? Poi le domande, come sassi lanciati in uno stagno, si allargano a macchia d’olio.

Siamo in presenza di gente così lontana dalla realtà che hanno sempre bisogno che qualcuno denunci il problema, prima di risolverlo. E per denunciare il problema non si intende limitarsi alla mera enunciazione (o segnalazione): no, bisogna che qualcuno (per dirla in tirolese) faccia brutto. Cioè si incazzi per davvero. E allora, quando vedono un articolo sul giornale, o una nota su qualche social network (magari condivisa e/o commentata da qualche altro mammasantissima) allora decidono di avviarlo a soluzione.

La cosa bella è che quando poi la cosa si risolve, la risposta arriva anche con tanto di comunicato stampa a sostegno. Della serie: “avete visto come siamo bravi a risolverli i problemi? E adesso cosa fate? Non dite niente? Lo sapevamo: siete bravi solo a criticare” .

Francamente la cosa fa ridere. Cioè se stiamo zitti va tutto bene, se segnaliamo una cosa, nessuno ci caga, se facciamo rumore per richiamare l’attenzione, ne abbiamo fatto troppo e non vogliamo bene alla città, ma la critichiamo severamente.

Come il famigerato caso del cartello-che-manca, poi improvvisamente ecco il cartello-che-c’era-anche-prima. Branco di distratti dribblatori: siete voi che non l’avete visto. Naturalmente con tanto di comunicato stampa.

Ora, si da il caso che il cartello prima non c’era, e ci sono pure centinaia di foto a testimoniarlo. Perchè vedete, gentili signori, non è che la piazza centrale di una città passa proprio inosservata dalla comunità. Non è che si cominciano i lavori senza cartello indicante l’impresa appaltatrice, date di scadenza, direttore dei lavori ecc. ecc. Non i lavori iniziano e poi a un certo punto si sospendono per verificare – con tanto di commissione tecnica – se sotto la piazza esistono reperti archeologici di una qualche importanza. Non funziona così per nessuna piazza in nessuna città dotata di una normale amministrazione, non particolarmente responsabile. Normale.

Prima si fanno le verifiche, poi si affida regolarmente i lavori ad una ditta comunicandone gli estremi pubblicamente, e infine si dà inizio. La piazza centrale di una città, casualmente anche capoluogo di regione, andrebbe gestita diversamente. Diribblarla non è possibile.

Una volta c’era un certo Beccalossi che dribblava avversari, arbitro e guardialinee. Ce l’aveva nel sangue il dribbling. Ma una piazza centrale di una città-capoluogo non si può dribblarla. Nemmeno Beccalossi ci sarebbe riuscito.

Dino De Angelis –  Comitato spontaneo “Più Potenza”