I dati sui pozzi minerari sono inesatti

8 maggio 2012 | 12:15
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I dati sui pozzi minerari sono inesatti
I dati sui pozzi minerari sono inesatti
I dati sui pozzi minerari sono inesatti
I dati sui pozzi minerari sono inesatti

I pozzi petroliferi attivi in Basilicata sono 68 (43 nel materano e 25 in Val d’Agri) e non 30 come ha impropriamente affermato di recente il governatore Vito de Filippo

in occasione del Consiglio regionale sul Memorandum (riferendosi probabilmente ai 25 pozzi della Val d’Agri, più 5 nuovi pozzi che verranno realizzati e che il presidente dà come già attivi).

Questi 68 pozzi sono ciò che resta delle 473 perforazioni fatte in totale finora in Basilicata (271 nel materano e 202 nel potentino), un’invasiva classifica che sarà presto aggiornata dai pozzi che verranno realizzati nella concessione Gorgoglione della Total, a Tempa Rossa (50 mila barili al giorno più un terzo centro oli lucano a Corleto Perticara), e quelli per portare a 26 mila barili al giorno il petrolio estratto dai monti di Marsico Nuovo e Vetere, dove insistono decine di sorgenti dell’Agri.

Motivo per cui, la Ola, Organizzazione lucana ambientalista, che ha localizzato i 473 pozzi minerarie lucani tra sterili, attivi ed esausti sul sito ufficiale dell’Unmig del Ministero per lo sviluppo economico, informa che settantuno (71) associazioni, la maggior parte lucane, ma ce ne sono anche campane e pugliesi, tutte quelle interessate all’integrità del circuito dell’acqua lucana e della catena alimentare che ne deriva dalla sua gestione, con un documento
congiunto sottoscritto e allegato a questa nota ufficiale, chiedono al governatore della Regione Basilicata, Vito de Filippo, di avere maggiore rispetto istituzionale del suo ruolo, dei cittadini e del territorio che amministra e anche della comunicazione intorno all’attività estrattiva in atto in Basilicata. Pratica ritenuta altamente invasiva da tutte le organizzazioni scientifiche internazionali, con molti ricercatori e scienziati che consigliano addirittura che gli enti pubblici interessati da coltivazioni minerarie debbano richiedere alle società petrolifere i piani ingegneristici dei pozzi perforati.

Proprio a maggior tutela dei rischi che la pratica di ricerca mineraria può esercitare su un sottosuolo, come quello lucano, ricco di bacini idrici, acquedotti naturali e falde idriche (si allega cartina esplicativa). Se de Filippo fosse il governatore dello Stato della California, sarebbe addirittura obbligato a ricordare ai suoi cittadini, ogni 3 mesi, la Proposition 65, la norma che allerta la società sulla cancerogenicità di tutta la filiera del petrolio.

La Ola non vuole obbligare il governatore lucano a tale livello di trasparenza democratica, ma lo invita, insieme ad altre settanta (70) associazioni e movimenti a non giocare emotivamente con i numeri e con la comunicazione, al fine di sminuire nella collettività sia l’entità delle attività minerarie in Basilicata (si allega cartina che la esplica bene) che i rischi che ne derivano da questa intensa attività invasiva.