“Ecco perchè la centrale a biogas ci fa paura”

23 maggio 2012 | 13:52
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“Ecco perchè la centrale a biogas ci fa paura”

Giovedì 17 maggio si è tenuto un convegno a Picerno, in cui si è discusso di ambiente e territorio partendo dal progetto di una centrale a biogas che un imprenditore del posto intende realizzare nella contrada Boscotrecase. Noi dell’omonimo comitato siamo stati ingenui, come solo chi non sa fare politica può essere. Forse dal convegno è uscito un messaggio diverso da quello che avremmo voluto lanciare. E allora cogliamo l’occasione, in questa lettera aperta, per spiegare le ragioni che ci spingono a dire no alla centrale. 

La Dia rilasciata al proponente era mancante di numerosa documentazione, in particolare erano mancanti la valutazione di impatto ambientale e l’autorizzazione alla emissione dei fumi. La prima è stata rilasciata il 26 gennaio e la seconda il 15 maggio e resa nota durante il convegno dal proponente, oltre a molti altri particolari documentabili ma che omettiamo di elencare. L’opera di una potenza elettrica di 350 kw, secondo i calcoli del nostro tecnico è sovradimensionata di almeno dieci volte rispetto alle esigenze di smaltimento dell’azienda.
L’azienda di allevamento intensivo ha la necessità di smaltire cacca e pipì dei maiali che sono inquinanti e gli scarti della macellazione. Le quantità indicate dal proponente per far funzionare l’impianto sono abnormi rispetto alla produzione dichiarata della loro azienda. L’allevamento viene realizzato per gran parte nel comune di Vietri distante alcuni km dall’area destinata alla centrale. Il materiale necessario dovrebbe arrivare da Campania Puglia e
Basilicata, stante che il bacino di approvvigionamento ha un raggio di 70 km. La contrada di Boscotrecase ha una conformazione orografica
chiusa. Immaginate l’impatto olfattivo quando i materiali di alimentazione dell’impianto, tutti per loro natura maleodoranti, vengono movimentati.

Alcune ricerche condotte da esperti ci portano a dubitare degli impianti a biogas. Nello specifico gli studi del tedesco Helghe Bohnel il quale mette in relazione la morte dei 18 cittadini tedeschi per i germogli di soia con i clostridi di botulino prodotti da una centrale a biogas.
L’impatto paesaggistico poi è da immaginare, ma già ben visibile da Picerno almeno guardando l’area dello spiano eseguito per far posto alla centrale. La centrale, stando a quando riportato nella relazione allegata al progetto e rilasciataci ufficialmente dal Comune, annovera tra i materiali da usare, anche la frazione umida dei rifiuti solidi urbani.
Ma immaginate quanti ne occorrono per farla funzionare a regime? E invece in questa vallata c’è gente che lavora umilmente e che ricava la fonte di sostentamento dal fatto che le cose che realizza e vende vengono prodotte in una zona ancora bella e incontaminata. Ci chiediamo dunque è davvero così necessario ridurre tutto a uno schifo?
Ma non si è accorto nessuno di quanto questi “quattro fessi”, come qualcuno ci chiama, hanno a cuore questo angolo di mondo?
Qualcun’altro ci ha detto che siamo “gli ambientalisti della domenica”! Ci pensate se ogni comunità riguardasse il suo mondo, come sarebbe oggi questa regione?

Chi vuole realizzare la centrale a biogas a Boscotrecase dice che fa impresa ed ha ragione di fare quel che chiede. E questo ha una logica. Ma noi? Siccome siamo piccoli ed insignificanti dobbiamo andar via dalla nostra terra? In una vallata vicino alla nostra ci sono famiglie che hanno dovuto abbandonare casa e terreni per i continui sversamenti di allevamenti intensivi che hanno reso l’aria irrespirabile. Per evitare questi fenomeni dovremmo stare zitti ed accettare la centrale? Quindi i piccoli devono andar via dalla campagna per far posto alle fabbriche di carne e di energia?
Queste sono alcune delle nostre ragioni, altre ne potremo illustrare se verrete a fare un giro dalle nostre parti. Fermatevi a qualunque casa e chiedete: avrete risposte. Invece alcuni altri ambientalisti non hanno nemmeno risposto ai messaggi di invito. Almeno non ai nostri.Come se un contadino, o uno che vive con loro, non potesse avere ragioni da esporre. Un’ultima cosa: la strada di Boscotrecase inizia larga e comoda. Dopo meno di un km diventa stretta e pericolosamente piena di curve e si inerpica su per la collina. Dopo aver oltrepassato la contrada, la buona politica, con finanziamenti europei ha inteso allargare la strada e sistemare le curve da dove verrà la centrale fino al bivio dell’area industriale di Balvano. Siamo rimasti sorpresi anche nell’apprendere alcune cose di quest’ultimo tratto di strada.
Ma venite a guardare, in fondo ora l’aria si può ancora respirare…
Se siete arrivati a leggere fino qui vi siamo grati.

Il comitato Boscotrecase